07 Maggio 2025
Dietro l’apparente calma diplomatica degli ultimi tempi (dopo le aspre polemiche delle scorse settimane) si nasconde una crescente preoccupazione nelle stanze dell’intelligence italiana. Secondo quanto riferito da una fonte qualificata ai vertici di un’agenzia di sicurezza, sarebbero aumentati in modo significativo i flussi sospetti lungo la rotta balcanica, con una nuova configurazione dei canali di transito che non rispecchia i modelli classici del traffico migratorio.
«Non si tratta solo di disperati in fuga, ma di spostamenti mirati con una logistica che suggerisce appoggi strutturati», riferisce la fonte. Secondo un dossier confidenziale trasmesso al Ministero dell’Interno sarebbe in atto il tentativo di sfruttare le falle nei controlli tra Serbia, Bosnia e Croazia.
L’allerta si è alzata dopo l’intercettazione, avvenuta all’inizio di maggio, di alcune comunicazioni criptate tra individui già noti agli apparati europei. Le conversazioni, decodificate con il supporto di un’unità tecnico-operativa italiana, farebbero riferimento a “un passaggio sicuro” diretto verso l’Italia nordorientale.
Da settimane, gli osservatori sul campo segnalano una crescita nei movimenti notturni nei pressi del confine con la Slovenia, con modalità operative più simili a quelle del contrabbando che dell’immigrazione irregolare. «L’impressione – spiega un analista – è che ci sia un cambio di passo, forse una preparazione a qualcosa di più strutturato».
A Palazzo Chigi, l’indicazione è di mantenere il riserbo massimo. Ma intanto è stata intensificata una sorveglianza rafforzata lungo i valichi secondari, mentre una task force mista sta monitorando i profili social.
L'attenzione resta alta.
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