11 Gennaio 2025
Il sottoscritto conserva dei dubbi sulle vere ragioni che stiano spingendo Bibi Netanyahu a volersi recare in quel di Auschwitz per celebrare gli 80 anni dalla liberazione.
I più ingenui pensano che si tratti di un atto quasi dovuto, nel rispetto di un ricordo che mai nessuno dovrà dimenticare, il che ci sta, ma io non sono ingenuo, anzi, sono per certi versi andreottiano, nel senso che ho fatto mio l'adagio "a pensar male si fa peccato ma, chissà perché, ci si prende spesso".
Il Primo Ministro israeliano vuole andare in Polonia per tutto, tranne che per gli 80 anni dalla liberazione, è palese.
Sfruttando la debolezza psicologica di un popolo, i polacchi, ancora con la cenere sul capo per avere venduto gli ebrei ai nazisti quando fu, Bibi vuole sfidare la comunità internazionale dimostrando la sua forza, non solo fuori ma anche dentro i propri confini, lanciando un messaggio abbastanza chiaro al mondo: sono intoccabile.
Fatto sta che, al richiamo dell'Unione Europea che ha invitato i polacchi ad arrestare Netanyahu, questi hanno fatto orecchie da mercante.
C'é da dire che la visita di Bibi ad Auschwitz potrebbe conservare in sé anche qualcosa di meno politico e più pratico, ovvero prendere appunti su quanto fatto da zio Adolf e non ripetere gli stessi errori, ma questa ipotesi fa acqua, visto che sembra più capace e preciso del Führer.
Certo è che il mondo va sempre più al contrario. Se la leader del partito tedesco di estrema destra, Alice Weidel, è arrivata a dire che Hitler era comunista, è anche lecito non arrestare Netanyahu.
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