30 Settembre 2024
Per lungo tempo, oltre 60 anni, una tela dal fascino enigmatico è rimasta appesa nel salotto di una casa di Pompei, inosservata e sottovalutata. Recuperata per caso durante lo sgombero di una cantina in una villa di Capri, l’opera è stata inserita in una cornice modesta e mai realmente considerata per il suo potenziale. La firma, che sembrava somigliare a quella di Pablo Picasso, non ha suscitato particolari sospetti, rimanendo ignorata dalla famiglia. Ora, dopo ben dodici lustri, la verità è finalmente emersa. Se poi il nome dietro l’opera è quello di Pablo Picasso, l’importanza di questa scoperta si moltiplica. Il fascino della vicenda risiede non solo nel valore del quadro, ma pure nelle circostanze misteriose che lo hanno accompagnato. È il finale perfetto di una storia che sembra uscita da un romanzo, con una trama iniziata tanti anni fa. Tutto comincia con un rigattiere di Pompei, che durante lo sgombero in una residenza dell'isola di Tiberio trova un dipinto arrotolato, che raffigura il volto asimmetrico di una donna, firmato “Picasso” in un angolo. L'uomo non ne comprende subito il valore, ma qualcosa lo spinge a conservarlo. La tela finisce in una cornice casalinga e viene appeso nel salotto di casa, fino a quando il figlio maggiore, durante gli anni di scuola, nota una somiglianza tra il volto dipinto e quello di un’immagine vista sui libri. Un semplice suggerimento si trasforma in curiosità, e poi in una vera e propria indagine: potrebbe davvero trattarsi di un Picasso? Con il tempo, la famiglia decide di approfondire la questione, nonostante i costi e le difficoltà. Analisi chimiche, confronti con altre opere e studi storici confermano l’autenticità del quadro, identificato come uno dei ritratti di Dora Maar, musa e amante di Picasso. Tuttavia, nonostante i risultati delle perizie, la Fondazione Picasso di Parigi rimane reticente ad accettare la nuova scoperta. Sino alla parola finale sulla firma, che viene da ultimo verificata e confermata come appartenente a Picasso da una grafologa milanese, Cinzia Altieri. "La sottoscrizione dicente Picasso è autografa", sentenzia a inizio settembre. Così, dopo tutti gli accertamenti compiuti, quell'opera da salotto, realizzata alla fine degli Anni Quaranta, dal valore di 6 milioni di euro potrebbe raggiungere ora un prezzo commerciale di 10-12 milioni. Trasformando in maniera radicale il destino della famiglia.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia