24 Settembre 2024
Fonte: X, @FOX4
Luis Armando Albino, rapito a 6 anni il 21 febbraio 1951 in un parco della California, è stato ritrovato 73 anni dopo grazie ad un test del DNA online fatto per gioco dalla nipote: un esperimento che ha dato una svolta alla ricerca nel momento in cui, grazie al test di genealogia online, ha trovato una anomala corrispondenza del 22% con il corredo genetico di quello che poi si sarebbe rivelato essere lo zio scomparso.
Luis Armando Albino aveva solo 6 anni quando il 21 febbraio 1951 fu rapito in un parco di West Oakland, in California, dove stava giocando con il fratello maggiore di 10 anni, Roger. I due bambini erano arrivati da Puerto Rico negli Stati Uniti sei mesi prima, insieme ai genitori e ad altri tre fratelli. Erano immigrati da poco, dunque, non parlavano ancora bene l’inglese ed erano molto poveri: una foto li mostra a piedi nudi con delle chitarre giocattolo in mano. Luis si fece attrarre da una donna con una bandana che gli prometteva caramelle parlando in spagnolo. Da quel momento scompare nel nulla e risulteranno vane tutte le ricerche della polizia, della guardia costiera, dell’Fbi e persino dell’esercito, che ha una base ad Oakland. La donna lo aveva poi condotto in aereo sulla costa Est degli Stati Uniti per essere cresciuto da una coppia come se fosse loro figlio. La madre naturale di Luis, Antonia, è morta nel 2005 e non ha mai più potuto riabbracciarlo. Proprio Antonia, inizialmente si recava in commissariato tutti i giorni, poi piano piano le visite si sono diradate, anche perché non c’erano mai indizi. Ma gli Albino erano sicuri che Luis fosse vivo: "Per tutto questo tempo la nostra famiglia ha continuato a pensare a lui, c’era una sua foto appesa alla parete" dice la nipote Alida Alequin, 63 anni, figlia di una sorella di Luis, che è riuscita ad esaudire il desiderio di nonna Antonia, morta all’età di 92 anni nel 2005. "Io ho sempre saputo di avere uno zio. Parlavamo sempre di lui e mia nonna teneva nel portafoglio l’articolo dell’Oakland Tribune dell’epoca in cui si parlava della sua scomparsa".
Così nel 2020 Alida fa un test del Dna online "solo per divertimento" e viene fuori una corrispondenza del 22% con un uomo che vive nella costa Est. Purtroppo qualsiasi tentativo di contattarlo è vano. La donna, però, non si arrende e con l’aiuto delle due figlie trova online delle fotografie dell’uomo e le confronta con quelle del bambino di un tempo. La somiglianza è impressionante. A quel punto Alida va alla polizia di Oakland che localizza Luis, gli chiede un campione di Dna e scopre che è proprio lui. La conferma è arrivata qualche giorno fa dal Bay Area News Group che ha riferito come proprio la nipote di Luis Armando Albino, con l'assistenza della polizia, dell'FBI e del Dipartimento di giustizia, abbia in effetti rintracciato lo zio che viveva sulla costa orientale degli USA. L'uomo, nel frattempo, aveva lavorato come pompiere ed era stato un veterano del corpo dei Marines che aveva prestato servizio in Vietnam. Si ricorda del giorno in cui fu rapito ma vagamente. Il 24 giugno, con l’assistenza dell’Fbi, Luis è arrivato a Oakland con la sua famiglia e ha incontrato Alequin e altri parenti. Il giorno dopo ha riabbracciato il fratello Roger nella contea di Stanislaus: "Si sono stretti in silenzio e poi hanno parlato per ore" dice la nipote. A luglio Luis è tornato in California per tre settimane. È stata l’ultima volta che ha visto Roger, morto ad agosto: "Penso che se ne sia andato contento sapendo che Luis era stato ritrovato", ha detto Alida che ha voluto rendere pubblica la storia per dare speranza ad altre famiglie di persone scomparse: "Non bisogna mai arrendersi".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia