12 Giugno 2024
Stop agli accordi con Israele e cessate il fuoco immediato. Sono queste le richieste di Francesco Ramella, direttore del Dipartimento di Politiche Culture e Società (Cps). Come ormai noto, il suo dipartimento è stato il primo ad aver approvato una mozione (degli studenti) che chiede il boicottaggio accademico.
L'Università di Torino si spacca in due. Dopo aver navigato in maniera unita e compatta, adesso inizia a vedersi qualche crepa. L'ateneo del capoluogo piemontese è stato infatti per settimane pro Israele, mantenendo gli accordi con Tel Aviv, che siano università o aziende private. Adesso qualcosa è cambiato.
"Chiediamo la sospensione immediata di tutti gli accordi universitari con atenei e aziende ubicate in Israele e il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano, complice dell’apparato di occupazione coloniale e base fondamentale di supporto del complesso politico-militare israeliano nei Territori Palestinesi Occupati" è il primo punto della mozione presentata dagli studenti e approvata a maggioranza dal consiglio di Dipartimento. E ancora: "che il dipartimento assuma una posizione netta per il cessate il fuoco immediato e a favore di una risoluzione pacifica e duratura del conflitto per la quale il popolo palestinese non sia più sottoposto a regime di apartheid». Infine: «Si chiede all’Università trasparenza su tutti i contratti ancora vigenti".
"Ci sono rimasto male", ha fatto sapere Ramella. "Il mio dipartimento è molto diviso. La scorsa volta abbiamo votato a favore di un accordo con l’università di Ben Gurion in Israele, questa volta è passata questa mozione". Adesso il direttore del Dipartimento dovrà confrontarsi direttamente con il rettore dell'Università di Torino, ma la crepa tra le parti c'è ed è impossibile nasconderla.
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