21 Marzo 2024
Fabrizio Pregliasco, fonte: imagoeconomica
Insulti e aggressioni. Il virologo Fabrizio Pregliasco ha svelato di aver paura a muoversi con i mezzi pubblici, in quanto teme di ricevere aggressioni, "anche solo verbali, dai no-vax". Il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi-Sant'Ambrogio, professore di Igiene generale all'università Statale di Milano, durante la pandemia era spesso in tv, in radio e sui giornali, intervistato a proposito del virus, delle misure per contenerlo e, più avanti, dei vaccini. La popolarità di quattro anni fa continua a causargli problemi, come ammesso dallo stesso Pregliasco in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.
"Non mi muovo in metropolitana, temo aggressioni anche solo verbali". Sono le parole del direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi-Sant'Ambrogio, Fabrizio Pregliasco. Le persone spesso mi riconoscono e molte di loro mi ringraziano. Ma altre invece si avvicinano e mi insultano. Mi è successo a Firenze, da parte di un tizio a bordo di un pullman dall'altra parte dell'incrocio. Ma anche in aereo, e non ero neppure seduto nelle prime file. E ancora in aeroporto. Pensi che sono stato anche denunciato per "danno biologico", dovuto all'allarmismo creato dalle mie interviste sul Covid. Una denuncia è stata archiviata, l'altra è in discussione".
Pregliasco ha parlato anche dei continui attacchi ricevuti sui social, come "ciarlatano profumatamente pagato come videostar" a "tele venditore". "Sì, i commenti negativi continuano su Instagram, Telegram. Ultimamente c’è stato un momento di rigurgito a proposito dei tamponi: c'è chi è contrario a farli ai pazienti che entrano in ospedale. Peraltro pubblico soprattutto post relativi alle mie attività di volontariato, ma gli hater si attaccano anche a quelli... È capitato che mi chiamassero di notte, d'altra parte il mio numero era nella rubrica dell'università. Ora l'ho tolto. In alcuni casi ho denunciato e ho informato la Digos degli attacchi".
Infine, il virologo ha provato a darsi una spiegazione sul perché di questi attacchi. "Penso si tratti di uno spostamento di responsabilità dal virus a chi ha sostenuto l'opportunità di alcune misure per fermarlo. Tutti ne abbiamo sofferto sotto il profilo economico, sociale e della salute. È chiaro che ora, col senno di poi, si può dire che alcune cose si sarebbero potute gestire diversamente. Ma accade per tutte le cose della vita".
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