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Brescia, operaio 43enne albanese morto in cantiere dopo caduta di 10 metri: "Scivolato mentre riparava tetto di un capannone"

L'uomo stava installando pannelli termici, per conto di una ditta esterna, alla Marmi Ghirardi di via Santa Croce a Carpenedolo

12 Marzo 2024

Brescia, operaio 43enne albanese morto in cantiere dopo caduta di 10 metri: "Scivolato mentre riparava tetto di un capannone"

facevook @Marmi Ghirardi

Un altro morto sul lavoro, questa volta a Brescia. Stando alle prime informazioni trapelate, a perdere la vita, intorno alle 7.52 di stamattina 12 marzo, è stato un operaio 43enne che stava lavorando, per conto di una ditta esterna, alla Marmi Ghirardi di via Santa Croce a Carpenedolo. L'uomo, un cittadino albanese, secondo quanto riportato da fonti locali, stava riparando un tetto che era stato danneggiato durante una grandinata dello scorso anno. Mentre installava dei pannelli termici, l'uomo è scivolato e precipitato nel vuoto per circa 10 metri.

Immediati i soccorsi del 118, ma per il 43enne non c'è stato nulla da fare: l'uomo a quanto si apprende è morto sul colpo a seguito della caduta. Per ricostruire la dinamica sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Desenzano e gli ispettori dell'Asst del Garda.

Brescia, operaio 43enne albanese morto in cantiere dopo caduta di 10 metri. Landini: "Intervenire sulle ragioni di queste tragedie"

Il segretario  generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine di un convegno in corso a Milano è intervenuto sulla vicenda e dell'ennesimo morto sul lavoro in Italia: "Una tragedia che continua perché non si interviene sulle ragioni che stanno producendo questo disastro. I provvedimenti che il governo ha preso fino a ora non vanno in questa direzione e quindi pensiamo con la Uil che sia venuto il momento di una mobilitazione più generale su questi temi, chiedendo al Parlamento e al governo di cambiare e fare questi interventi che sono oggi necessari".

"Di fronte a quella che ormai è una vera e propria strage bisogna chiedere alle lavoratrici e ai lavoratori, ai cittadini e alle forze politiche di mobilitarsi", afferma. Per Landini questo è infatti "un sistema malato, che ha fatto prevalere la logica di una competizione del mercato sui diritti come elemento di crescita, che ci sta portando a sbattere". Perciò "non possiamo più lamentarci, ma bisogna agire e intervenire sulle cause concrete di questa strage".

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