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Genova, inseguimento a folle velocità tra auto e carro attrezzi per una promessa di matrimonio non mantenuta

La faida tra due famiglie rom è costata la denuncia a due uomini per tentata estorsione e cinque fogli di via. Distrutte una decina di vetture parcheggiate e ferita una donna incinta

23 Gennaio 2024

Genova, inseguimento a folle velocità tra auto e carro attrezzi per una promessa di matrimonio non mantenuta

Una faida tra famiglie rom, per un matrimonio promesso e mai celebrato, la scorsa notte ha scatenato un inseguimento a folle velocità sulle alture di Genova, nel quartiere di Sampierdarena. Veicoli speronati, una decina di vetture parcheggiate distrutte, una donna al quarto mese di gravidanza finita al pronto soccorso del Villa Scassi con un trauma all’addome, così come nello stesso ospedale è stato ricoverato un uomo con un trauma cranico: è il bilancio di quanto successo intorno alle 3 della notte tra domenica e ieri nel dedalo di stradine. Una Bmw X5 e un Maggiolone Volkswagen New Beetle, con a bordo complessivamente una decina di rom di origini romene residenti a Roma e appartenenti alla famiglia degli Omerovic, hanno tallonato per centinaia di metri un carro attrezzi sul quale viaggiavano i Hrustic, come ha accertato la polizia locale. Speronandolo più volte. Sul Maggiolone New Beetle, finito contro un cancello, c’era la ragazza incinta (ha appena 21 anni), trasportata dal 118 al Villa Scassi e dimessa dopo un paio d’ore con tre giorni di prognosi.

I nomadi erano arrivati a Genova dalla capitale venerdì sera proprio per picchiare l’uomo che era al volante dell’autogru (insieme a lui nell’abitacolo c’era un consanguineo, ma dopo poco è arrivato un altro carro attrezzi con i rinforzi): «Gli Omerovic volevano dargli una lezione per vendicarsi di uno sgarro ricevuto da Hrustic», spiega una fonte investigativa. Quale? Un matrimonio saltato all’ultimo momento, secondo quello che raccontano i protagonisti di questa storia. Agli agenti del commissariato di Cornigliano, guidati dal primo dirigente Simona Truppo, invece risulta altro: dietro c’è un debito di cinquantamila euro che gli Omerovic pretendevano dai genovesi con minacce pubbliche trasmesse anche in dirette social. Minacce che tempo fa, secondo gli inquirenti, si sono materializzate nell’attentato a un’auto parcheggiata nel piazzale del concessionario di via Pacinotti di proprietà di Hrustic. Aspetti che saranno approfonditi nel corso dell’indagine partita dalla denuncia presentata dal capofamiglia braccato.

Due degli Omerovic, proprio per le minacce rivolte a Hrustic in merito al debito di cinquantamila euro, sono stati denunciati con l’accusa di tentata estorsione. Altri cinque - dai 20 ai 33 anni e con precedenti per reati contro il patrimonio - sono stati rispediti nella capitale con un foglio di via (con il divieto di tornare a Genova per due anni) e denunciati per porto di oggetti atti a offendere, mazze, pietre e chiavi inglesi. Uno di loro era stato anche denunciato dal radiomobile dei carabinieri sabato scorso perché trovato in possesso di un coltello. Del gruppo faceva parte anche un minore, la cui presenza è stata segnalata al tribunale dei minorenni di Roma. Nessun provvedimento per lui.

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