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Vittorio Sgarbi "indagato per furto del dipinto di Manetti". Lui: "Nessun avviso ricevuto, l'opera è una copia"

Nel mirino il quadro "La cattura di San Pietro". Il fascicolo avviato dalla Procura di Macerata è derivazione di un'altra indagine per "esportazione illecita di opere d'arte"

09 Gennaio 2024

Sgarbi, 300mila euro in "consulenze incompatibili con il suo ruolo da sottosegretario", lui replica: “Spero siano di più, non è vietato, non vivo sulla luna”

Vittorio Sgarbi, fonte: imagoeconomica

Vittorio Sgarbi sembrerebbe al centro di un'indagine per furto di beni culturali, con particolare riferimento a un dipinto attribuito a Rutilio Manetti intitolato "La cattura di San Pietro". Quest'opera è stata sottratta dal Castello di Buriasco nel 2013 e è riapparsa a Lucca nel 2021, presentata come un "inedito" di proprietà di Sgarbi. Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario, l'opera è stata casualmente ritrovata a Villa Maidalchina, una residenza nobiliare acquisita nel 2000 da Rita Cavallini, madre di Sgarbi.

Sgarbi indagato per furto di beni culturali: il fascicolo della Procura sarebbe derivazione di un'altra indagine per "esportazione illecita di opere d'arte"

Il fascicolo relativo a questa vicenda sarebbe stato avviato dalla Procura di Imperia come derivazione di un'indagine precedente, questa volta per "esportazione illecita di opere d'arte". Successivamente, per competenza, il fascicolo sarebbe stato trasferito alla Procura di Macerata. Il caso collegato riguarda un dipinto attribuito a Valentin de Boulogne, riprodotto in uno stabilimento di Correggio impiegato per la clonazione di opere d'arte.

Le accuse nei confronti di Sgarbi potrebbero ampliarsi, coinvolgendo l'alterazione del dipinto di Manetti per farlo sembrare diverso da quello originale trafugato nel 2013. Nel secondo caso, quello del quadro di Valentin de Boulogne, è stato sollevato l'aspetto della mancata esposizione dell'originale.

I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio hanno interrogato i due imprenditori di G-Lab, Cristian e Samuele De Pietri, incaricati da Sgarbi di realizzare la riproduzione del dipinto. Gli esperti hanno sottolineato che nel quadro esposto da Sgarbi nella sua villa di Viterbo sono riconoscibili, in un punto specifico, cinque righe parallele che fungono come un marchio distintivo, indicando chiaramente che si tratta di una copia. Sgarbi ha affermato che la riproduzione è stata creata per promuovere una mostra, e in una foto compare accanto al dipinto e alla sua replica.

Sgarbi indagato, le parole del sottosegretario di Stato alla Cultura: "Non ho ricevuto nessun avviso d'indagine"

"Io non ho ricevuto nessun avviso d'indagine - ha commentato Sgarbi - Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso. E per un reato compiuto 11 anni fa, in circostanze non chiarite dagli inquirenti di allora. Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l'unico reato di cui ci sia evidenza". Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, commenta così l'indiscrezione che annuncia un'indagine a suo carico.

 "Da quello che si legge, l'opera è stata malamente tagliata. E quella in mio possesso è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme. Qualunque valutazione va fatta sull'opera di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello di cui nessuno si è preoccupato. Né credo sia un reato fare eseguire la fotografia di un'opera di cui tutti gli esperti hanno visto l'originale esposto a Lucca" aggiunge il sottosegretario che affida la sua replica ad un comunicato in cui continua: "Che la Procura d'Imperia abbia trasmesso gli atti a Macerata come sede competente è una notizia che potrebbe avere un senso se, come la legge prevede, io ne fossi a conoscenza. Ma così non è. Dovrebbe infatti essere un magistrato, non un giornalista, a stabilire su cosa indagare e sulle complicità di restauratori e fotografi, accusatori improvvisati, ma che potrebbero rivelarsi complici di più gravi reati e omissioni". 

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