07 Novembre 2023
Procura di Bergamo, fonte: imagoeconomica
Lavorava in Procura a Palermo come commesso giudiziario, ma di nascosto informava gli indagati sugli atti dei procedimenti a loro carico. Feliciano Leto, 44 anni, è stato così arrestato dalla polizia con l’accusa di favoreggiamento continuato e aggravato. La scoperta della talpa è avvenuta grazie all’installazione di un trojan nel suo cellulare, attraverso cui passava informazioni agli indagati sulle intercettazioni in corso nei loro riguardi. L’uomo, assunto negli uffici giudiziari attingendo alle liste dei precari regionali, aveva infatti accesso ai documenti coperti da segreto perché il suo compito era trasportare i fascicoli dalle segreterie dei Pm agli altri uffici del Tribunale.
Il commesso giudiziario della procura di Palermo riusciva così a consultare e fotografare i documenti, e perfino a portarli all’esterno, dando notizia del loro contenuto ai diretti interessati. Ci sono anche parentele sospette nel caso di Leto. Il commesso è infatti genero di Vincenzo Passantino, proprietario di una azienda di trasporti locale già sottoposta a interdittiva antimafia. Nel suo giorno libero, il sabato, Leto prestava servizio per l’azienda del suocero.
Leto era considerato “il punto di riferimento per i diversi soggetti del circuito criminale palermitano che intendono verificare l’esistenza e lo stato di indagini a loro carico” è scritto nella nota all’ordinanza di esecuzione emanata dal procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, esperto di indagini di mafia. È stato suo per esempio il coordinamento dell’operazione che ha portato alla cattura del boss Matteo Messina Denaro. All’uomo si è arrivati, fa sapere De Lucia, grazie a perquisizioni domiciliari svolte all’interno di una inchiesta “volta a salvaguardare la riservatezza delle delicatissime indagini trattate e, quindi, alla individuazione di ‘talpe’ che, ciclicamente, cercano di interferire nella corretta amministrazione della giustizia".
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