22 Agosto 2023
foto @facebook
Luca Ruffino, presidente di Visibilia e a capo di Sif Italia, morto suicida con un colpo di pistola, lo scorso 5 agosto nel suo appartamento al quattordicesimo piano di via Spadolini a Milano, ha scritto di proprio pugno un testamento 3 giorni prima della morte.
Nel documento di poche righe, in cui non sono indicate cifre in quanto il patrimonio di beni mobili e immobili è ancora in fase di valutazione, ha scritto le sue ultime volontà, disponendo che la sua eredità venga divisa tra i figli, l’ex moglie, l’attuale compagna e una nipote.
Il testamento olografo è stato depositato ieri 21 agosto, ma non offre spunti utili a ricostruire le motivazioni alla base dell’estremo gesto compiuto dal manager.
Una cosa è certa per la famiglia, la data del testamento, ossia quella del 2 agosto, ben 3 giorni prima della morte, rafforza l’ipotesi di una premeditazione alla base del gesto.
La data di firma del testamento coincide con l’ultimo consiglio di amministrazione di Visibilia in cui si è parlato dei conti della società e si è annunciata a sorpresa la scelta di affidare alcune deleghe operative al geometra Alberto Campagnoli all’interno del consiglio di amministrazione.
Tuttavia, per la famiglia, sebbene sia sempre più acclarata l’ipotesi della premeditazione, resta ancora inspiegabile il perché Luca Ruffino abbia deciso di farla finita. Le indagini intanto proseguono e l’inchiesta condotta dalle pm Daniela Bartolucci e Maria Giuseppina Gravina – che coordinano il lavoro della squadra Mobile guidata da Marco Calì – prevede anche la copia forense di tutti i dispositivi elettronici che erano in uso al manager, per cercare eventuali informazioni utili.
Dall’autopsia intanto sono state escluse malattie che avrebbero potuto turbare l’uomo, così come esclusa è anche la pista delle difficoltà economiche, considerato che Sif Italia andava bene e per quanto riguarda Visibilia, Ruffino stava cercando di risollevarne le sorti.
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