06 Maggio 2023
Fonte: Facebook profilo Michela Murgia
Durante un’intervista con Aldo Cazzullo, la scrittrice sarda Michela Murgia ha rivelato di avere un tumore al rene al quarto stadio: “Mi sto curando con un'immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario. L'obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo”. Nel suo ultimo libro, Tre ciotole, edito da Mondadori, la descrizione della diagnosi di un male incurabile.
Triste annuncio di Michela Murgia durante un’intervista con il giornalista Aldo Cazzullo. La scrittrice ha infatti rivelato di avere un tumore al rene al quarto stadio con metastasi “ai polmoni, nelle ossa, al cervello”. Secondo Murgia, le resterebbero pochi mesi, per i quali, considera, un’operazione non avrebbe più senso. Al momento si starebbe sottoponendo ad una terapia palliativa a base di biofarmaci per rallentare il decorso: “Mi sto curando con un’immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario. L’obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti”.
Già nel 2014, ha spiegato nella stessa intervista, le era stato diagnosticato un tumore ai polmoni durante la campagna elettorale per le regionali in Sardegna, dove era candidata per la Presidenza. All’epoca aveva tenuto la cosa per sé perché, dice, “non volevo pietà”. “Ora il cancro è partito dal rene – racconta – ma a causa del covid avevo trascurato i controlli”. Quindi aggiunge: “Non si torna indietro, ma non ho paura della morte”.
Molto dolore per Michela, una scrittrice che nonostante idee spesso divisive o di difficile comprensione per qualcuno, non ha mai mancato di dimostrare grande coerenza verso ciò in cui crede e verso la rivendicazione orgogliosa della propria identità, anche in un momento tanto difficile come questo: “Il cancro è una malattia molto gentile. Può crescere per anni senza farsene accorgere. In particolare sul rene, un organo che ha tanto spazio attorno. Non è una cosa che ho; è una cosa che sono. È un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Il tumore è uno dei prezzi che puoi pagare per essere speciale”.
La tragica situazione che la donna sta vivendo si scopre riflettersi quindi nel suo ultimo lavoro, il libro Tre ciotole, edito da Mondadori, la cui apertura si concentra proprio sulla diagnosi di un male da cui non si guarisce: “È il racconto di quello che mi sta succedendo. Diagnosi compresa”.
Al termine dell’intervista Cazzullo le chiede se la morte le paia un’ingiustizia: “No. Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare. Ho ricordi preziosi”.
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