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Disuguaglianza sanitaria, Italia spezzata in due. Papa Francesco: "Preoccupato da povertà di salute"

Papa Francesco ha incontrato oggi i vertici dell'associazione religiosa degli istituti socio-sanitari. Il Pontefice ha espresso loro le sue preoccupazioni: "Per alcuni pagare il ticket è un problema"

13 Aprile 2023

Disuguaglianza sanitaria, Italia spezzata in due. Papa Francesco: "Preoccupato da povertà di salute"

Papa Francesco, fonte Imagoeconomica

Oggi il Pontefice è stato ospite dell'associazione religiosa degli istituti socio-sanitari. Qui ha espresso preoccupazione per il ritorno di quella che definisce "la povertà di salute". L'Italia è tra i primi Paesi al mondo sotto il profilo dell'uguaglianza nell'accesso alle cure mediche, ma permangono grandi differenze tra le regioni settentrionali ed il mezzogiorno.

Il Pontefice a colloquio con i vertici ARIS: "Preoccupato per la povertà di salute"

Papa Francesco ha parlato oggi all’associazione religiosa degli istituti socio-sanitari. Il Pontefice ha espresso preoccupazione per il ritorno della povertà di salute, che, ha continuato, “sta assumendo in Italia proporzioni importanti, soprattutto nelle regioni segnate da situazioni socio-economiche più difficili. Ci sono persone che per scarsità di mezzi non riescono a curarsi, per le quali anche il pagamento di un ticket è un problema e ci sono persone che hanno difficoltà di accesso ai servizi sanitari a causa di lunghissime liste d'attesa, anche per visite urgenti e necessarie".

L’associazione religiosa degli istituti socio-sanitari (ARIS) è attiva da circa cinquant’anni su tutto il territorio nazionale e si compone di diverse strutture operanti nell’ambito della cura, del ricovero e della riabilitazione di persone in difficoltà. Lo statuto dell’associazione è approvato dalla Conferenza Episcopale Italiana. Nell’incontro di oggi con i vertici dell’ARIS il Pontefice ha anche sottolineato: “Il bisogno di cure intermedie è sempre più elevato, vista la crescente tendenza degli ospedali a dimettere i malati in tempi brevi, privilegiando la cura delle fasi più acute della malattia rispetto a quella delle patologie croniche: di conseguenza queste, soprattutto per gli anziani, stanno diventando un problema serio anche dal punto di vista economico, con il rischio di favorire percorsi poco rispettosi della dignità stessa delle persone".

Disuguaglianza nell'accesso alle cure: l'Italia è spaccata in due

Da anni diversi osservatori denunciano un certo grado di disuguaglianza nell’accesso alle cure nel nostro Paese. È in particolare la componente geografica e reddituale ad inasprire le differenze nella qualità media di vita e nell’accesso alle cure in Italia. Se nelle regioni settentrionali, ad esempio, solo il 49,9% degli anziani vive in uno stato di cattiva salute, nel mezzogiorno la percentuale sale al 58,2%. L’ISTAT rivela poi che, al sud, almeno il 13% della popolazione rinuncia completamente a qualsiasi tipo di cura a causa di motivazioni economiche: al nord è il 6%.

Non sembra incidere, invece, sull’accesso alle cure, il grado di istruzione. A confermarlo è un’analisi del direttore scientifico dell'Osservatorio sulla Salute nelle Regioni italiane dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Alessandro Solipaca: “Allargando lo sguardo [...] in particolare ai Paesi più avanzati, abbiamo rilevato che le disuguaglianze maggiori rispetto al livello di istruzione non si riscontrano per i sistemi sanitari di tipo mutualistico”. L’Italia resta comunque il secondo Paese, dopo la Svezia, dal punto di vista dell’uguaglianza sanitaria.

L’analisi del professor Solipaca si conclude rimarcando la responsabilità delle condizioni socio-economiche, di cui ha parlato Bergoglio, nella determinazione della disuguaglianza: "il modello italiano è comunque tra i migliori, anche in considerazione della maggiore longevità di cui godono i nostri concittadini. La priorità è di incidere sui comportamenti mediante azioni di informazione e di contrasto alla povertà. Anche per migliorare l'efficacia [del welfare], vista la stretta relazione tra la condizione economica e la salute".

 

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