24 Gennaio 2023
fonte: pixabay
Da Trapani a Palermo, Cosa nostra siciliana è in piena attività, nel segno di una forte continuità da tempi antichi: "C'è lo statuto scritto che hanno fatto i padri costituenti". Questo raccontano le intercettazioni dei carabinieri disposte dalla procura distrettuale antimafia. Microspie e telecamere del nucleo Investigativo sono riuscite ancora una volta ad entrare dentro i segreti dell'organizzazione mafiosa.
Un summit di mafia in una casa nelle campagne della provincia di Caltanissetta per dirimere una controversia tra due uomini d'onore. E' quanto emerge dal blitz eseguito ai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Palermo, che ha colpito il mandamento di Pagliarelli e, in particolare, la famiglia di Rocca Mezzomonreale. 7 le misure cautelari, 5 in carcere e 2 ai domiciliari, emesse dal gip di Palermo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia.
Grazie a complessi servizi di pedinamento e intercettazioni, gli investigatori dell'Arma hanno documentato la riunione della famiglia mafiosa, durante la quale si è registrato il richiamo al rispetto di regole e dei principi mafiosi più arcaici, che risiedono in "un vero e proprio 'statuto' scritto dai 'padri costituenti'" e dunque considerati ancora oggi, il baluardo dell’esistenza stessa di Cosa nostra.
L'operazione antimafia e le indagini che si sono avvalse di pedinamenti e intercettazioni hanno svelato l'esistenza di uomini d’onore rimasti ad oggi del tutto estranei alle cronache giudiziarie, che, spiegano gli investigatori dell'Arma, "pur dimostrando una piena adesione al codice mafioso universalmente riconosciuto da Cosa nostra, godrebbero di una speciale tutela e verrebbero chiamati in causa soltanto in momenti di particolare criticità dell’associazione".
Le indagini hanno inoltre consentito di sventare un omicidio ai danni di un architetto ritenuto responsabile di una serie di mancanze nello svolgimento della propria opera professionale. Il piano di morte era stato messo a punto durante un summit della famiglia di Rocca Mezzomonreale nelle campagne di Butera, in provincia di Caltanissetta.
Intercettazioni anche per quando riguarda il pizzo, per alimentare le casse di Cosa nostra. Il processo delle estorsioni economiche resta una delle fonti di finanziamento delle famiglie mafiose palermitane. I carabinieri hanno ricostruito diversi episodi ricollegati alla famiglia di Rocca Mezzomonreale, che imponeva il pizzo e per convincere chi si rifiutava non escludeva il ricorso alle maniere forti.
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