17 Novembre 2022
Una sentenza che farà discutere e che ha già messo in allerta Palazzo Chigi. La decisione del Tribunale di Roma di dire sì alla dicitura "genitore 1 e 2" per una coppia di donne omosessuali, ha provocato una rapida reazione del governo che ha così risposto: "L'ordinanza del Tribunale civile di Roma sulla qualifica di genitore nella carta di identità elettronica risale al 9 settembre 2022 e non è stata impugnata dal Ministero dell'Interno. La decisione sarà esaminata dal Governo con particolare attenzione perché presenta evidenti problemi di esecuzione e mette a rischio il sistema di identificazione personale".
Un ricorso presentato contro il decreto del 31 gennaio del 2019 dell'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini. “Il giudice afferma che il decreto oltre a violare le norme, sia comunitarie che internazionali, è viziato da eccesso di potere", ha spiegato l'avvocato Federica Tempori, uno dei legali che ha assistito la coppia nella vicenda. Da Salvini parole al veleno: "Illegali o discriminanti le parole MAMMA e PAPÀ? Non ho parole, ma davvero. Il fatto che a qualcuno diano fastidio le parole 'mamma' e 'papà' che sono le parole più belle del mondo è surreale. Nessuno di noi nasce senza una mamma e un papà", ha rincarato il leghista a margine del convegno 'Molto Futuro' a Roma.
Festeggia invece Monica Cirinnà, responsabile dei diritti Pd: “Il decreto voluto da Matteo Salvini quando era Ministro dell’Interno e, mi dispiace dirlo, mai modificato in seguito nonostante le tante sollecitazioni del Parlamento e le rassicurazioni fornite dai successivi Governi, è illegittimo e non deve essere applicato. Ringrazio Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford che, con determinazione e competenza, hanno portato avanti questa battaglia: il cammino dei diritti prosegue grazie a loro. Il Ministro Piantedosi ne prenda atto ed elimini una volta per tutte questa odiosa discriminazione, che colpisce prima di tutto le famiglie arcobaleno”.
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