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Roncadelle, chi è Marius Bruma: il padre che si è barricato in casa con il figlio di 4 anni

Tutto quello che per il momento si sa sul padre che a Roncadelle (Brescia), si è barricato in casa con il figlio di 4 anni

06 Ottobre 2022

Roncadelle (Brescia), chi è il padre che si barricato in casa con il figlio di 4 anni

Roncadelle (Brescia), ecco chi è il padre barricato in casa con il figlio di 4 anni: tutto quello che si sa di lui e sul bambino. L'uomo ha agito in questo modo in seguito a un incontro protetto con gli agenti sociali. Il tutto è andato in scena giovedì 6 ottobre 2022, di prima mattina. Il bimbo è stato sentito al telefono dai carabinieri e ha detto che sta bene. L'uomo avrebbe minacciato gli assistenti sociali con una pistola, ma questa circostanza è stata subito smentita. L'incontro protetto era andato in scena ieri, mercoledì 5 ottobre 2022, a Rodengo Saiano

Al termine dell'incontro l'uomo si era però rifiutato di consegnare nuovamente il bimbo all'assistente sociale, forse per portalo a casa a cenare e passare la notte con lui. A questo punto l'uomo sarebbe fuggito verso la sua abitazione a Roncadelle. La zona circostante l'appartamento è stata transennata dalle Forze dell'ordine, accorse in massa. Sul posto anche le unità dell'antiterrorismo.

Roncadelle (Brescia), chi è il padre barricato in casa con il figlio

All'inizio non si sapeva molto su chi fosse l'uomo. Da quanto abbiamo avuto modo di appurare si tratta di un uomo dell'Est Europa, di origini rumene, che risponde al nome di Marius Bruma. Sempre da quanto risulta, l'uomo avrebbe diversi precedenti penali per violenza domestica. Tuttavia, al momento stanno circolando altre versioni della storia. Stando a quando si legge sul web, ma sono per lo più commenti non verificati che circolano sui social, l'uomo potrebbe aver agito così in quanto esasperato dalla situazione che si era venuta a creare, che aveva portato gli agenti sociali a separarlo dal figlio. "Fatta la salvaguardia del bambino, il Tribunale dei minori di BS, ancora una volta dimostra di essere un gineceo, dove i papà sono sempre e comunque colpevoli", ha scritto un utente su Facebook.

Nel corso della scorsa notte, mercoledì 5 ottobre, appena dopo il gesto dell'uomo, i carabinieri sono riusciti a sentire la voce del bambino. Il piccolo era apparso esausto ma in buone condizioni. Nel corso della mattinata di giovedì 6 ottobre, il piccolo ha confermato di stare bene. L'uomo si è arreso verso le 11 di giovedì, convinto dalle Forze dell'Ordine che avevano anche transennato la zona. Il padre dunque ha aperto la porta della casa per fare entrare i carabinieri che hanno soccorso il figlio.

Chi è Marius Bruma: il papà che ha sequestrato il figlio

Il Giornale d'Italia ha sentito in ESCLUSIVA l'avvocato di Marius Bruma, Alberto Scapaticci di Brescia. "Il bambino era l'unica sua ragione di vita", ha detto. "Non aveva grandi precedenti. L'ultimo è stata l'irruzione in uno studio dell'avvocato della moglie e qui l’ha aggredita. Ci siamo conosciuti lì. Abbiamo capito l’aspetto umano. Era uscito dai domiciliari e aveva difficoltà a stare con il bambino". Si tratta, dice l'avvocato di "un padre disperato che vuole vedere suo figlio, ma che ha compiuto azioni inadeguate. Si tratta di un uomo che si fa prendere dalla rabbia, ma che poi capisce di avere sbagliato".

"L’affidamento non era stato tolto", chiarisce l'avvocato. "Aveva però condizioni limitate per vederlo. Gli assistenti sociali volevano toglierlo. La moglie voleva togliergli il piccolo e voleva farglielo vedere". "Lei faceva una doppia vita, si dice", continua ancora il legale. "Gli hanno fatto incontri protetti, il bambino era diventato oggetto della discordia della coppia. Lui ha sempre sostenuto che lei non accudiva il figlio".

L'avvocato però non intende giustificare il gesto di Marius. "Se si commette un fatto aggressivo poi si paga", dice, "a prescindere delle ragioni che ci sono dietro". "Lui aveva precedenti. Ha perso il lavoro in seguito a una carcerazione, prima aveva un’azienda. In carcere c'è stato solo per qualche mese, poi gli hanno dato gli arresti domiciliari". Sulla situazione del sequestro del minore: "L'uomo non aveva alcuna pistola, non ha aggredito né il piccolo né i carabinieri". 

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