01 Maggio 2022
Fonte: Quirinale
Sergio Mattarella lancia un messaggio preciso per l'1 maggio: "Obiettivo zero morti sul lavoro" e gli fa eco Luigi Sbarra (Cisl): "Non abbiamo più sangue da dare". Il presidente della Repubblica dal Quirinale ha rivolto il tradizionale saluto istituzionale ai sindacati in occasione della festa dei lavoratori. Ma il discorso del Capo dello Stato ha lanciato degli avvertimenti pesantissimi: il lavoro non può essere "un gioco d'azzardo" e anche una sola morte nel corso dell'anno "è inaccettabile". Parole che per Mattarella non sono una novità, visto che il tema delle morti bianche in Italia è stato da sempre al centro del suo mandato. Concetto quindi ribadito in occasione del primo maggio, che torna ad essere celebrato in presenza dopo due anni condizionati dalla pandemia.
Il lavoro è un pilastro della nostra Costituzione, tanto da essere ritenuto valore essenziale dai nostri padri costituenti che l'hanno inserito nell'articolo uno della Carta come "fondamento" della Repubblica. Eppure negli ultimi anni è diventato una vera e propria emergenza, non solo perché manca ed è sempre più precario, ma anche perché le morti sul lavoro scendono troppo lentamente.
Il problema è centrale per Mattarella, che lo affronta con parole nette: "anche una sola morte rappresenta un costo umano e sociale inaccettabile. Il lavoro è strumento di progresso e affermazione delle persone, non un gioco d'azzardo potenzialmente letale". Lo stesso capo dello Stato venerdì si è recato in Friuli per visitare l'istituto frequentato da Lorenzo Parelli, lo studente 18enne morto lo scorso gennaio nell'ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro. A dimostrazione di quanto il tema del lavoro gli stia a cuore.
Mattarella ha voluto salutare le confederazioni sindacali, che oggi si sono ritrovate insieme nella manifestazione nazionale dopo due anni di assenza dovuta alla pandemia. Da Assisi, dove quest'anno i sindacati si ritrovano, Luigi Sbarra, segretario della Cisl, lancia un grido di allarme: "Sono oltre 1.300 le vittime ogni anno nelle nostre fabbriche, nei campi, sui cantieri. Non abbiamo più sangue da dare".
Gli fanno eco gli altri due segretari sindacali, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Il segretario della Cgil ha sottolineato che "bisogna affermare la centralità del lavoro e dei diritti e una politica che superi la precarietà" mentre il capo della Uil non ha rinunciato ai toni polemici nei confronti del governo: "Abbiamo incontrato il presidente Draghi che si era detto disponibile ad un confronto strutturato, domani però se il Cdm approva il provvedimento da 6 miliardi per famiglie, lavoratori e imprese e il governo non si confronta con le parti sociali allora probabilmente deve andare a fare un po' di ripetizioni sul metodo del dialogo sociale", la stoccata del dirigente.
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