24 Dicembre 2021
fonte: Twitter @cronaca_news
Discoteche accessibili solo ai muniti di Green pass dal 30 dicembre e subito dopo chiuse fino al prossimo 31 gennaio 2022; la decisione del governo lascia sgomenti i gestori dei locali. Inizialmente infatti la bozza del provvedimento prevedeva l'accesso ai soli possessori del Green pass da terza dose o da tampone, ma un cambiamento dell'ultimo minuto ha cancellato anche le ultime speranze rimaste a un comparto già duramente provato dalla pandemia. Nel frattempo il sindacato di riferimento Silb ha già annunciato imminenti azioni per interrompere quello che definiscono un "comportamento delittuoso".
Non usa mezzi termini Gianni Indino, presidente del Silb dell'Emilia Romagna, che ai microfoni dell'Ansa afferma: "Siamo distrutti. Si è cancellato un intero comparto produttivo del nostro Paese. Da oggi 200mila persone sono a casa senza sapere il motivo per cui loro e solo loro sono a casa e non potranno lavorare. Trovo intollerabile che sulla pelle di queste persone e di queste imprese si cerchino di risolvere i problemi del Paese". Nella giornata del 25 dicembre il sindacato di categoria si riunirà "per trovare una condivisione su azioni da intraprendere perché si ponga fine a questo comportamento delittuoso nei confronti del nostro settore".
A scatenare l'ira dei titolari delle discoteche è ovviamente la decisione di chiudere i locali fino al 31 gennaio, ma anche se il provvedimenti fosse rimasto alla precedente bozza le cose non sarebbero cambiate di molto. L'obbligo di accesso alle discoteche tramite Green pass da terza dose sarebbe stato di fatto impossibile da adempiere. "A queste condizioni non si aprirà - avevano dichiarato inizialmente i gestori - a Capodanno non potremo aprire".
"Fino al 31 gennaio prossimo le attività di sale da ballo e discoteche e attività similari resteranno chiuse". Così si legge nel testo del provvedimento approvato dalla cabina di regia e comunicato da Palazzo Chigi. Nello specifico, saranno vietati "gli eventi, le feste e i concerti, comunque denominati, che implichino assembramenti in spazi all'aperto". Previsto dunque l'obbligo di chiusura per "sale da ballo, discoteche e locali assimilati, dove si svolgono eventi, concerti o feste comunque denominati, aperti al pubblico".
La bozza scartata dal governo permetteva invece l'accesso a sale da ballo e discoteche a decorrere dal 30 dicembre e fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica", ma esclusivamente a quei soggetti "muniti di una certificazione verde, rilasciata a seguito della somministrazione della dose di richiamo successivo al ciclo vaccinale primario". Anche in questo caso però, sarebbe stato un altro durissimo colpo al settore che forse di più ha sofferto l'avvento della pandemia e le decisioni dei governi.
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