18 Ottobre 2021
Fonte: lapresse.it
É indagato per abuso d'ufficio e peculato l'ex Commissario straordinario per l'Emergenza Coronavirus Domenico Arcuri in relazione all'inchiesta sulle mascherine. A comunicarlo è il suo ufficio stampa, il quale fa sapere anche che Arcuri, ascoltato dai pubblici ministeri Varone e Tucci della Procura di Roma, ha avuto "un confronto e un chiarimento che si auspicava da molto tempo con l'Autorità giudiziaria, rispetto alla quale sin dall'origine dell'indagine Arcuri ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo, al fine di far definitivamente luce su quanto accaduto".
Già sabato scorso, il 16 ottobre 2021, Domenica Arcuri è stato sentito dalle Autorità, mentre oggi arriva la notizia che l'ex Commissario straordinario per l'Emergenza Coronavirus risulta indagato nell'ambito dell'inchiesta mascherine. Ora dovrà rispondere alle accuse di abuso d'ufficio e peculato. Nell'indagine sono coinvolti, tra gli altri, gli imprenditori Mario Benotti, Andrea Vincenzo Tommasi ed Edisson Jorge San Andres Solis.
Tempo fa i giudici avevano evidenziato: "Mario Benotti, già consulente presso la Presidenza del Consiglio e vari Ministeri e dotato di entrature significative nel mondo della politica, è stato remunerato per avere sfruttato il suo rapporto con Domenico Arcuri, con cui aveva avuto ben 1.282 contatti telefonici tra gennaio e 6 maggio 2020 allo scopo di proporgli così come poi avvenuto, l’acquisto delle partite di mascherine". E ancora, nella nota degli inquirenti si leggeva: "L'esistenza di uno stretto rapporto tra Benotti e Arcuri, preesistente alla sua nomina a Commissario Straordinario, emerge inequivocabilmente da alcuni scambi di messaggi".
Secondo le accuse, Arcuri avrebbe importato nel nostro Paese, proprio quando il Covid spaventava tutti gli italiani da Nord a Sud della penisola, mascherine giudicate "pericolose" per la salute. Nonostante l'avviso, la struttura commissariale diretta dall'ex Commissario straordinario per l'Emergenza Coronavirus avrebbe pagato lo stesso le forniture di tali dispositivi. In seguito poi la Procura di Roma aveva disposto il sequestro di oltre 800 milioni di mascherine. Secondo la procura della Capitale però Domenico Arcuri non sarebbe stato corrotto (a questo proposito c'è stata una richiesta di archiviazione), ma si sarebbe reso responsabile di altri gravi reati, come appunto il peculato e l'abuso d'ufficio.
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