19 Novembre 2025
Ci sono posti che non si limitano a servire da bere: raccontano storie, custodiscono memorie, diventano specchi della città che li ospita. Il Camparino in Galleria è uno di questi. Dal 1915 veglia sul cuore della Galleria Vittorio Emanuele II come un faro rosso che illumina la cultura dell’aperitivo milanese.
Ora che compie 110 anni, lo storico locale sceglie di festeggiare non solo un anniversario, ma un’eredità. Un secolo e più di incontri, eleganza, gesti ripetuti con maestria, cocktail divenuti simboli. Un rito che Milano ha fatto suo e che il Camparino continua a reinterpretare con la stessa modernità con cui tutto era iniziato.

Le celebrazioni, dal 12 al 14 novembre, si sono presentate come un racconto in tre atti: un viaggio nella storia della mixology internazionale intrecciato alla storia del locale stesso.
Il tema scelto – The Finest of Milan Culture – Stirred 110 Times – è più di un titolo: è un manifesto. Un modo per omaggiare il contributo culturale che il Camparino ha offerto alla città, ma anche per rendere omaggio a tutti coloro che lo hanno vissuto, frequentato, trasformato.
E così, tra i tavolini che affacciano sulla Galleria, la memoria prende vita: i cocktail iconici, gli aneddoti custoditi dietro il bancone, gli incontri che hanno contribuito a definire l’identità di un luogo diventato simbolo di Milano.
La prima serata, il 12 novembre, si è aperta con una conferenza stampa che ha svelato un progetto speciale: una collaborazione con Alessi, eccellenza italiana del design, che ha visto la nascita di un mixing glass in edizione limitata. Subito dopo, un tuffo nella storia con il guest shift di Harry’s New York Bar, arrivato da Parigi per portare con sé un pezzo della sua leggenda.

Il 13 novembre è invece stato dedicato al Dante NYC, nato anch’esso nel 1915, un gemello oltreoceano che è approdato a Milano per un incontro di stili e sapori. È stato un dialogo tra due istituzioni: una europea, l’altra americana, unite dalla stessa data di nascita e dalla stessa devozione al bere miscelato.
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Il 14 novembre, il gran finale.
Una serata che ha accolto ospiti dal mondo del design, della cultura e dell’ospitalità internazionale. Al Bar di Passo l’atmosfera è stat rilassata, animata dal dj set in vinile di Nicola Mazzetti. Nella Sala Spiritello è andato in scena un party riservato, impreziosito dalla presenza del partner d’eccezione: il Sacher Hotel Vienna, che ha porta a Milano la sua Original Sacher-Torte, simbolo di un’eleganza che non passa mai di moda.
Ma il compleanno non è solo festa: è anche un atto creativo.
Per l’occasione, il Camparino presenta una nuova cocktail list invernale, costruita come un viaggio attraverso 11 decadi – una creazione per ogni capitolo della propria storia.
Si parte dal 1915 con l’iconico Campari Selz per arrivare fino al 2025 con il Cask Finished Compadre, una versione affinata in botte che rappresenta la naturale evoluzione della filosofia del locale.
Un abbraccio tra bitter, Mezcal Montelobos Espadín, liquore al chinotto, vermouth rosso ed essenza di bergamotto. Un cocktail che racconta la perfetta “combinazione triangolare” di Campari con spiriti e aromi capaci di valorizzarne l’anima versatile.
Un menu che non è semplicemente nuovo: è narrativo. Ogni drink è un capitolo, un’epoca, un modo diverso di vivere l’aperitivo.

Nel cuore della Galleria, tra i marmi e gli affreschi che hanno visto passare generazioni, prende vita anche un oggetto destinato a diventare iconico.
Alessi e Camparino presentano un mixing glass prodotto in soli 110 esemplari numerati: un omaggio alla città, alla sua estetica e al rituale della miscelazione.

Forgiato nel celebre acciaio inox 18/10, il bicchiere è una scultura funzionale: linee ispirate alla verticalità della bottiglia Campari, capacità ideale per due Negroni, raffreddamento rapido, versata precisa.
Un equilibrio perfetto tra design e performance.
È un oggetto che non si limita a essere utilizzato: va contemplato.
Un gesto d’amore verso chi riconosce nella mixology non solo una tecnica, ma un’arte.
«Celebrare 110 anni di Camparino in Galleria significa ripercorrere un secolo di storia milanese, di incontri, di innovazione e di passione per l’eccellenza», ricorda Tommaso Cecca. E in effetti questo anniversario non guarda al passato con nostalgia, ma al futuro con consapevolezza.
Perché il Camparino – oggi come cent’anni fa – non è solo un locale. È un modo di vivere Milano. È un gesto di eleganza quotidiana. È un luogo dove il tempo si mescola, si agita, si versa: 110 volte, e oltre.
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