Mercoledì, 15 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Pentagon Press Association esorta Hegseth a ritrattare restrizioni sui media, principali testate rifiutano di firmare, solo OAN dice sì - il DOCUMENTO

A fine settembre il Pentagono ha approvato nuove linee guida per "tutelare la sicurezza nazionale" secondo cui i giornalisti non possono più divulgare notizie senza il via libera del governo. Tutte le più importanti testate nazionali si sono rifiutate di firmare l'impegno. L'OAN, che ha accettato, potrebbe restare l'unica testata nel Corpo Stampa del Pentagono

15 Ottobre 2025

"Quando il Segretario Hegseth entrò in carica, i funzionari del Pentagono si impegnarono a rendere questo il 'Dipartimento della Difesa più trasparente della storia'. Da allora, abbiamo assistito ad un'enorme quantità di tempo spesa a limitare sistematicamente l'accesso alle informazioni sull'esercito statunitense, informazioni vitali per i membri delle forze armate, le loro famiglie, tutti i contribuenti americani e il pubblico in generale".

Pentagon Press Association esorta Hegseth a ritrattare restrizioni sui media, principali testate rifiutano di firmare, solo OAN dice sì - il DOCUMENTO

Sono queste le prime sei righe di un lungo documento redatto dalla Pentagon Press Association e indirizzato al Dipartimento della Guerra statunitense al fine di esortare il segretario Pete Hegseth a riconsiderare le politiche definite "repressive" adottate nei confronti degli organi di stampa americani. La richiesta, formulata dal corpo di giornalisti presso il Pentagono, fa riferimento alle nuove linee guida adottate, lo scorso 22 settembre, dall'amministrazione Trump al fine di "contrastare le fughe di notizie" e garantire "sicurezza nazionale" attraverso accessi più stringenti alle informazioni del Dipartimento. Nella fattispecie, ai giornalisti era fatto divieto di pubblicare e divulgare informazioni che non avessero avuto preventiva approvazione da parte del governo. Pena, la perdita dell'accredito stampa. Una misura che se, da un lato, era stata salutata da Hegseth come necessaria per tutelare la segretezza dei documenti, dall'altra era stata osteggiata dagli organi di stampa, considerata cioè un "affronto alla libertà di parola" e una grave "violazione del primo Emendamento". L'impegno doveva essere firmato entro ieri, martedì 14 ottobre, ore 17 locali, altrimenti si sarebbe dovuto riconsegnare le proprie credenziali stampa entro 24 ore. Quasi tutte le principali testate giornalistiche si sono rifiutate di accettare la nuova politica del Dipartimento della Guerra. La dichiarazione formale di non accettare le nuove linee guida è arrivata dal Washington Post, il New York Times, il Wall Street Journal, l'Associated Press, la Reuters, The Atlantic, The Guardian, Newsmax, il Washington Times, il Washington Examiner, Task & Purpose, Breaking Defense, Defense One, il Financial Times, The Hill e Politico.

Anche CNNCBSABSFoxNewsNBC hanno deciso di unirsi al rifiuto generale, comunicando la loro posizione antigovernativa con un comunicato congiunto: "Oggi ci uniamo a praticamente tutte le altre testate giornalistiche nel rifiutare di accettare i nuovi requisiti del Pentagono, che limiterebbero la capacità dei giornalisti di tenere informati la nazione e il mondo su importanti questioni di sicurezza nazionale". "Questa politica - si legge nell'annuncio - non ha precedenti e minaccia le tutele fondamentali del giornalismo. Continueremo a seguire le forze armate statunitensi come ciascuna delle nostre organizzazioni ha fatto per molti decenni, sostenendo i principi di una stampa libera e indipendente". Solo l'OAN, la One America News, ha accettato le direttive di Hegseth. Pete Hegseth ha risposto, tramite social, alle dichiarazioni di rifiuto espresse da AtlanticPost e Times pubblicando una emoji raffigurante una mano che saluta. Persino alcune testate di destra, come appunto Newsmax, ha rifiutato di uniformarsi alle nuove direttive invitando il Pentagono ad "esaminare ulteriormente la questione".

Il dietro front si è verificato anche tra gli stessi membri della Pentagon Press Association: "Mercoledì la maggior parte dei membri della Pentagon Press Association sembra propensa a consegnare i propri distintivi piuttosto che riconoscere una politica che imbavaglia i dipendenti del Pentagono e minaccia ritorsioni contro i giornalisti che cercano informazioni la cui divulgazione non è stata preventivamente approvata". "I nostri membri - si legge nella dichiarazione della PPA - non hanno fatto nulla per creare questa situazione inquietante. Essa deriva da una mossa del tutto unilaterale da parte di funzionari del Pentagono, apparentemente intenzionati a impedire al pubblico americano di accedere a informazioni che non controllano e non approvano preventivamente, informazioni riguardanti questioni come le aggressioni sessuali nell'esercito, i conflitti di interesse, la corruzione o gli sprechi e le frodi in programmi da miliardi di dollari".

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x