15 Ottobre 2025
L'80% di Gaza City è da ricostruire. E per ricostruire la Striscia l'Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo stima un capitale di almeno 80 miliardi di dollari.
Sono queste le terribili immagini riprese da un drone subito dopo la stipula degli accordi di "pace" che hanno permesso, almeno sulla carta, di disporre il cessate il fuoco dopo due anni di guerra, violenze e genocidio. Non resta quasi più nulla a Gaza City: polvere, macerie, scheletri di edifici, cumuli di mattoni e tegole. Una città fantasma dove, per le strade, ancora si vedono persone aggirarsi tra i resti di quelle che un tempo erano case, ospedali, supermercati, edifici pubblici e privati. Sono perlopiù i circa 200mila palestinesi che sono tornati a Nord dal Sud della Striscia, lungo la strada costiera di Al-Rashid: civili sopravvissuti al genocidio e costretti all'esodo forzato lontano da casa. Una distruzione dalle proporzioni inimmaginabili, come chiariscono meglio i dati diffusi dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e secondo cui circa il 78% dei 250.000 edifici nella Striscia è stato o distrutto o gravemente danneggiato. Più di 61 milioni di tonnellate di detriti la cui rimozione, secondo le stime più rosee, potrebbe richiedere fino a 15 anni. Oltre a ciò, i corpi di 12.000 vittime ancora sepolti e disseminati sotto le rovine. I bandi per la ricostruzione della Striscia però sono in parte già stati avviati. Le priorità rimangono essenzialmente due: recuperare il più possibile infrastrutture e servizi di assistenza sanitaria, e ripristinare l'approvvigionamento energetico.
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