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Poste Italiane respinge accuse dopo multa Antitrust: 'Posizione AgCom inaccettabile'

Poste ribadisce: "Condotte commerciali sono improntate a principi di correttezza e trasparenza per la piena tutela dei clienti, dei consumatori e del sistema Paese"

15 Settembre 2020

Poste Italiane respinge accuse dopo multa Antitrust: 'Posizione AgCom inaccettabile'

Poste Italiane (foto Lapresse)

Antitrust, multa da 5 mln a Poste Italiane. Arriva la replica: 'Inaccettabile'

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato a Poste Italiane una sanzione di 5 milioni di euro, il massimo consentito dalla legge, per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate. Lo comunica l'antitrust in una nota.

Poste Italiane ha replicato alle accuse. "Lascia anzitutto esterrefatti il riferimento contenuto nel provvedimento ai servizi di notificazione a mezzo Posta e all’asserito grave danno che Poste avrebbe arrecato al sistema giustizia del Paese". Lo scrive il Gruppo in un comunicato, ribadendo che si tratta "di un servizio e di condotte che mai sono state oggetto della procedura istruttoria e che solo oggi emergono dalla comunicazione dell’Antitrust".

"Peraltro, come dovrebbe essere noto, trattasi di un servizio del tutto differente dalle raccomandate, rigorosamente disciplinato dal legislatore e in merito al quale, da decenni, Poste Italiane garantisce il corretto funzionamento del Sistema Giustizia su tutto il territorio nazionale", continua il Gruppo.

Sul fronte delle raccomandate, invece, la società evidenzia come nel 2019 siano stati consegnati "oltre 120 milioni di pezzi, ricevendo, nel medesimo periodo, meno di 1000 reclami relativi agli avvisi di giacenza, pari allo 0,00008% del totale delle raccomandate regolarmente gestite".

Poste "respinge totalmente l’accusa di non aver attivato misure di monitoraggio, controllo e correzione di eventuali anomalie", continua la nota. "Già dall’aprile del 2019 sono state introdotte ulteriori azioni massive di controllo mai utilizzate prima ed ulteriormente rafforzate nel corso del procedimento così come rappresentato all’Autorità". Anche per questo il gruppo "tutelerà, con fiducia nel sistema giudiziario italiano, la propria immagine e reputazione, i propri diritti e la correttezza delle proprie condotte presentando ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio". 

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