10 Novembre 2020
Coronavirus, ristoranti vuoti (LaPresse)
Le restrizioni sempre più stringenti e la minaccia di un secondo lockdown hanno messo in ginocchio l'economia italiana e il settore della ristorazione è sicuramente quello che sta maggiormente risentendo della crisi causata dall'epidemia di Covid-19. Molte sono le attività che rischiano la chiusura definitiva e molti ristoratori, come affermano i titolari di un ristorante milanese, si sono trovati improvvisamente senza nessuna entrata e nessun aiuto da parte dello stato.
"Siamo Diego, Francesca e Morena titolari del ristorante Panini di Mare Ticinese, in via Edmondo de Amicis 9, alle Colonne di San Lorenzo a Milano. Abbiamo aperto l’attività nel mese settembre 2019, facciamo una cucina di pesce e panini gourmet, dopo un avvio a rilento, con il mese di dicembre abbiamo iniziato ad avere un riscontro positivo dai nostri clienti e mentre ci accingevamo a raccogliere i frutti del nostro impegno ci siamo trovati all’improvviso a casa senza nessuna entrata e nessun aiuto da parte dello stato, Francesca non ha neppure ricevuto i famosi 600 euro".
"Ci siamo fatti forza e grazie all’aiuto di parenti e amici ed al proprietario dei muri, che ci ha ridotto l’affitto del 40%, il 18 maggio abbiamo riaperto il ristorante dopo un paio di settimane siamo ripartiti con un buon riscontro da parte dei clienti, abbiamo fatto una stagione estiva molto soddisfacente anche dal punto di vista personale. Poi la seconda settima di ottobre tutto è crollato nuovamente, la psicosi indotta dalle notizie dell’aumento dei contagi ha fatto sparire i clienti all’improvviso e ci siamo ritrovati con l’80% di fatturato in meno, la paura è che questa volta sarà molto dura rialzarsi, ora ci ritroviamo a dover lavorare solo con l’asporto che non è assolutamente nelle corde del locale oltre al fatto che operando con i vari delivery le commissioni sono del 30% utilizzando materie prime di qualità e pesce fresco lavoriamo senza utile, ci serve solo per farci un po’ di pubblicità sperando che poi i clienti vengano al locale".
Da quando abbiamo iniziato a lavorare solo con asporto e consegne a domicilio i numeri sono impietosi e ci portano forse a pareggiare solo le spese vive. A questo punto non sappiamo dove ci porterà questa situazione e se il prossimo anno saremo ancora aperti".
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