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Minimo storico delle nascite con 1,13 figli per donna nei primi sette mesi del 2025, annunciata la nascita dell’Agenzia per la Natalità

Quinta edizione degli "Stati Generali della Natalità", presentata la nuova iniziativa per contrastare l’inverno demografico con il coinvolgimento delle migliori energie del Paese tra imprese, associazioni, demografi, mondo accademico e della cultura

27 Novembre 2025

Minimo storico raggiungo in Italia in riferimento al numero medio di figli: si contano 1,13 figli per donna nei primi sette mesi del 2025. Erano 1,18 nel 2024 e 1,2 nel 2023. Dati che confermano la costante decrescita dei nuovi nati nel nostro Paese. É in questo contesto che la Fondazione per la Natalità annuncia la nascita dell’Agenzia per la Natalità, un’iniziativa pensata per costruire un luogo di confronto, studio e collaborazione tra istituzioni e società civile, capace di affrontare una delle emergenze più profonde del Paese: il crollo demografico.

«Dopo anni di proclami e appelli pubblici rivolti alle istituzioni, come Fondazione per la Natalità vogliamo passare dall’analisi alla sintesi con l’impegno di dare vita all’Agenzia per la Natalità. È un passo che nasce non per sostituirci a qualcuno, ma per responsabilità coinvolgendo le migliori energie del Paese — imprese, associazioni, demografi, mondo accademico e della cultura — perché questa non è una battaglia ideologica, ma la grande sfida nazionale. E se vogliamo garantire un futuro all’Italia, dobbiamo giocarla tutti insieme» dichiara Gigi De Palo, Presidente della Fondazione per la Natalità in occasione della giornata inaugurale della V edizione degli Stati Generali della Natalità.

Ogni anno, a causa dell’inverno demografico, la popolazione italiana continua a diminuire drasticamente. Nel 2024 il saldo tra nuovi nati e decessi è stato negativo di 281.000 persone, una perdita equivalente all’intera popolazione della città di Venezia.

L’Agenzia nasce da questa consapevolezza: il tema deve superare ideologie e schieramenti politici. L’iniziativa prevede, infatti, la creazione di una struttura progettata per mettere in rete esperienze, confrontarsi sul tema e proporre soluzioni concrete. Non si tratta di un organismo sostitutivo delle istituzioni, ma di un supporto operativo volto a rafforzare il dialogo tra pubblico e privato e a garantire una maggiore coerenza nelle politiche familiari.

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