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De Palo (Fondazione per la natalità): "Serve un lavoro, così come la possibilità di accedere alla prima casa e una fiscalità a dimensione famiglia"

Il Presidente della Fondazione per la natalità è stato intervistato da Il Giornale d'Italia: "L'Italia non può essere divisa su una tematica che riguarda tutti, se non riusciamo a invertire la tendenza chi ci rimette sono i più fragili"

27 Novembre 2025

Gianluigi de Palo, Presidente della Fondazione per la Natalità è stato intervistato da Il Giornale d'Italia in occasione della Quinta edizione degli Stati Generali della Natalità. Il focus dell'evento, articolato su due giornate: "Cambiare paese o cambiare il paese?". L'edizione ha visto nella prima giornata la presenza e l'intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Quali strumenti concreti servono per ascoltare davvero i giovani e trasformare le loro esigenze in politiche efficaci?

"Come ho detto e come ha detto anche il presidente Mattarella, la situazione è unanime. Serve un lavoro, non a 30 o a 32 anni, perché altrimenti diventa più difficile progettare una famiglia. Serve la possibilità di accedere alla prima casa, con un mutuo che non deve essere tanto quanto lo stipendio, e infine una fiscalità a dimensione famiglia. Queste sono le fondamenta, poi c'è tutto il resto, tra cui l'assegno unico, il congedo parentale, gli asili nido. Prima ci sono le fondamenta, che sono queste tre precedentemente elencate, poi viene il resto. Ci sarebbero tante altre cose da fare se avessimo tante risorse, ma avendone poche come Paese, adesso dobbiamo concentrarci su quelle che abbiamo".

Tra le iniziative della Fondazione quale rappresenta al meglio un passo pratico per cambiare il Paese?

"Quello che stiamo cercando di fare, ovvero mettere insieme il Paese. L'Italia è un Paese che non può essere diviso su una tematica di questo tipo. Questa è una tematica che riguarda tutti e se non riusciamo a cambiare e invertire la tendenza, chi ci rimette sono i più fragili, gli ultimi. Da un lato chi ha una previdenza complementare riesce a risolve in un certo modo, così come chi ha una assicurazione a pagamento. I più fragili invece si troveranno a vivere delle situazioni complesse e quindi questo è un patto che dobbiamo fare tutti insieme".

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