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Pagnacco (ALDAI): "Celebriamo i nostri 80 anni per riconoscere il patrimonio culturale e manageriale costruito nel tempo"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Giovanni Pagnacco, Presidente di ALDAI: "Ci viene chiesto di rivalorizzarci come corpo intermedio, come ambassador per convincere i giovani ad aderire a forme di welfare fondamentali per il loro futuro"

12 Giugno 2025

Giovanni Pagnacco, Presidente di ALDAI, in occasione dell'Assemblea annuale dei soci di ALDAI-Federmanager che quest'anno celebra "80 anni di eccellenza manageriale: guidiamo il cambiamento e costruiamo il futuro insieme!" è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

ALDAI compie 80 anni, sempre al fianco dei manager lombardi. Cosa rappresenta per voi questo traguardo?

"Questo traguardo rappresenta un momento unico di grande orgoglio, di grande senso di appartenenza, di memoria ma anche di presente e futuro. È un'occasione veramente particolare dove possiamo riavvicinarci tutti all'enorme patrimonio culturale, storico e manageriale che la nostra categoria, attraverso otto decenni, ha saputo rappresentare passando attraverso momenti storici non meno sfidanti di quelli attuali. I nostri nonni, i nostri genitori sono passati attraverso il dopoguerra, l'epoca del terrorismo, della crisi energetica e di tutta una serie di circostanze che li hanno visti protagonisti nel resistere, nel proporsi, nel progettare il presente e il futuro per le proprie famiglie e per la società a cui appartengono, cercando sempre e riuscendo, anche tramite ALDAI, a restituire al territorio ben di più di quello che pensavano di poter a loro volta ricevere come categoria. Quindi è un'occasione veramente unica, irripetibile, che intendiamo onorare col massimo rispetto per chi ci ha preceduto e anche con l'ambizione di far riflettere e aumentare la coscienza e la consapevolezza in tutti i membri della nostra categoria, nella forza, nel potenziale ancora inespresso che possiamo esercitare nell'affrontare le sfide del presente e del futuro."

In un periodo complesso per tutte le organizzazioni sindacali che trovano poca rappresentanza nelle istituzioni, lei oggi ha ribadito l'importanza di rimanere non solo al fianco dei singoli manager, ma anche dell'intero sistema economico. Cosa intende con questo?

"Intendo qualcosa che ci sta chiedendo il sistema a cui apparteniamo. In un momento critico come quello attuale, dove diversi fattori, tra cui anche la decrescita demografica, impongono riflessioni di sistema di una certa importanza per garantire la sostenibilità economica e finanziaria e sociale di strumenti di welfare fondamentali per tutti i lavoratori, non solo per i dirigenti, ci viene chiesto di aiutare, di esserci, di rivalorizzarci come corpo intermedio, come ambassador per convincere soprattutto i più giovani ad aderire a quelle forme di welfare che sembrano lontane nel tempo come interesse, ma che a lungo termine possono diventare qualcosa di particolarmente critico. Pensiamo solo al differenziale nel contributivo a livello pensionistico e previdenziale di un giovane che se non ci pensa per tempo non riuscirà a colmare con gli strumenti di previdenza integrativa che esistono, si troverà scoperto di fronte a una enorme differenza che ci sarà tra il suo ultimo stipendio e la sua prima pensione. Questo è un esempio. Le aziende, le parti datoriali, le istituzioni ce lo stanno chiedendo, se lo aspettano anche da parte nostra. Noi come dirigenti viviamo di progettualità, di proposte, di contenuti e in questo momento ci viene chiesto proprio di esercitare una funzione anche socialmente importante per garantire, per esempio, la sostenibilità economica e finanziaria del welfare pubblico e privato, perché attraverso la sostenibilità del privato si garantisce anche quella del pubblico."

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