Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Kaufmann (Kaufmann Repetto): “Le gallerie private in Italia colmano il vuoto delle istituzioni culturali; 2024 difficile ma l'arte è un bene rifugio in tempi di crisi”

Il Giornale d’Italia ha intervistato Francesca Kaufmann, Direttrice di Kaufmann Repetto: “Dialoghi costanti con le istituzioni e numerosi progetti con le aziende, in particolare nel settore della moda, ma con attenzione, poiché talvolta cannibalizza l'arte”

05 Aprile 2025

Francesca Kaufmann, Direttrice di Kaufmann Repetto, in occasione dell’evento “Tavola rotonda. Politiche culturali come strumento di sviluppo economico”, è stato intervistato da Il Giornale d’Italia

Ci parla del ruolo delle gallerie private oggi, nel 2025?

È un ruolo decisamente di diffusione culturale. Chiaramente siamo anche delle gallerie commerciali ma in particolar modo in Italia, dove ahimè le istituzioni non sono abbastanza supportate dallo Stato, le gallerie si trovano spesso a prenderne il posto. Quindi è certamente un ruolo culturale”.

Cosa rappresenta per lei un dialogo come quello di oggi tra arte, cultura e finanza?

È uno dei tanti incontri in cui sono sempre pronta a parlare di connessioni. Chiaramente l'arte è per tanti anche un investimento, ragion per cui l'ospitalità della Banca Generali ha senso in questo contesto. Io penso sempre però che il vero ruolo dell'arte e il più grande investimento che si possa fare è quello di un'aggiunta culturale alla propria vita”.

Che ruolo hanno le artiste donne nelle gallerie, quante sono e che rilevanza hanno nel promuovere un cambiamento culturale, soprattutto in tema di disparità di genere?

Ma è sempre la stessa cosa, siamo le ultime, siamo il 51% della popolazione e veniamo sempre messe un po’ in fondo.

La nostra galleria si è posta fin dall'inizio di dare voce alle donne; stiamo ancora lottando per questo e siamo molto lontani da una parità, anche nelle istituzioni; quindi il discorso esiste.

Tanti musei come il Baltimore Museum, che dal 2020 ha deciso di acquistare solo donne, stanno facendo questa scelta di cercare di colmare il vuoto enorme. Le statistiche sono tante, danno numeri di vario tipo; in generale siamo 80% maschi e 20% donne, quindi siamo veramente a uno stato vergognosoProbabilmente l'Italia ne ha meno visto che è una nazione dominata ancora dal Patriarcato. Siamo qua per dare speranza”.

Qual è oggi il rapporto tra collezionisti italiani e stranieri nelle vendite della sua galleria?

90% stranieri”.

Nel 2024 quanto ha inciso l'inflazione o l'andamento dei mercati finanziari sul comportamento dei collezionisti? C'è stato un calo o un cambiamento negli acquisti?

Sì, il 2024 è stato duro più per le incertezze, forse, perché in realtà, spesso, quando l'economia fatica, l'arte è vista come un bene di rifugio. Più che del 2024, io parlerei più di guerre, di elezioni; abbiamo avuto un momento di sospensione e adesso vedremo. Chiaramente stiamo navigando in acque difficili”.

Sta lavorando a nuove forme di collaborazione tra galleria e istituzioni pubbliche o aziende?

Sì, in realtà con le istituzioni siamo sempre molto in dialogo, infatti nel nostro team abbiamo da cinque anni Astrid Welter, che era la direttrice della Fondazione Prada. Quindi grazie a lei sicuramente abbiamo incentivato i dialoghi con le istituzioni che lei conosceva bene.

Ci sono sempre progetti in atto con le aziende. Soprattutto la moda si sta molto rivolgendo a noi con collaborazioni di vario genere e io sono a favore perché penso che sicuramente la moda storicamente abbia dato voce a degli artisti, ma sto sempre molto all'erta perché ahimè, talvolta la moda cannibalizza l'arte, quindi il mio motto è sempre ‘pagate gli artisti come gli stilisti e non come i vetrinisti’.

Qualcuno mi ascolta e adesso ho proprio un grande progetto, di cui però non posso parlare, che mi darà molta soddisfazione spero, perché questa azienda farà delle borse di studio in cambio di lavorare con gli artisti. Ne sentirete parlare, spero più avanti”.

Può stilare un profilo del prototipo di acquirente? Perché l'acquirente oggi si interessa alle opere d'arte?

È sempre un misto, c'è chi lo fa a scopi filantropici; io dico sempre che avendo fatto questo lavoro da tanto tempo, ho visto collezionisti invecchiare molto bene, anche mentalmente; l'arte ti tiene giovane, ti dà stimoli sempre nuovi; quindi io spero sempre che questo sia il drive della più parte di collezionisti. Poi ci sono giustamente anche quelli che lo fanno per investimento, è un investimento per me ad alto rischio, non dovrei dirlo, però lo stiamo vedendo soprattutto negli ultimi anni, però c'è anche questa componente e c'è sempre stata, bene di rifugio”.

Seguici su

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti