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Cipolletta (AIFI) : “Il Private Capital sta crescendo ma in Italia deve ancora raggiungere la scala necessaria per competere a livello globale"

Il Giornale d’Italia ha intervistato Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI: “Lavoriamo per semplificare la regolazione, favorire aggregazioni e avvicinare investitori istituzionali al Private equity, rendendo il fund raising più accessibile”

31 Marzo 2025

Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI, in occasione del Convegno Annuale AIFI 2025 è stato intervistato da Il Giornale d’Italia

Quali nuovi modelli di Private Capital stanno emergendo e come possono accelerare la crescita dell'economia reale in Italia?

Il Private Capital sta crescendo come dimensione ma anche come formule perché, accanto ai gestori di SGR che già esistono da ormai parecchi anni, abbiamo ClubDeal, le SPAC, abbiamo nuove forme di aggregazione nelle quali si cerca, in qualche maniera, di abbinare, accanto al fondo, un investitore di carattere individuale che possa seguire poi anche l'impresa. È un mercato che sta crescendo in tutto il mondo e l'Italia segue ma non ha ancora raggiunto la dimensione che deve”.

Quali strumenti innovativi potrebbero rendere più accessibile il Private Capital per le PMI e le imprese familiari?

Sicuramente ci vuole che le reti di coloro che collocano il risparmio italiano siano più consapevoli della delle strutture esistenti del Private Capital e al tempo stesso il Private Capital si sta organizzando in Permanent Capital, cioè sistemi con aziende che sono a loro volta quotate e quindi sono più liquide e sono in qualche maniera più accessibili per i risparmiatori individuali”.

Come AIFI intende promuovere l'evoluzione del Private Capital in Italia nei prossimi anni per renderlo ancora più strategico per lo sviluppo economico?

Noi lavoriamo in diverse modalità. La prima è sicuramente quella di favorire la semplificazione del sistema italiano di regolazione, che consenta ai nostri fondi, che sono relativamente più piccoli, anche perché più piccole sono le imprese italiane, di poter operare senza quei vincoli eccessivi che sono riservati invece a dei fondi di grandi dimensioni. E questa è una maniera per far crescere il nostro mercato. Al tempo stesso favoriamo le aggregazioni e cerchiamo, in qualche maniera, di accostare quelli che sono gli investitori istituzionali al mondo del private equity, in maniera tale che il fund raising diventi più agevole”.

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