25 Giugno 2024
Alessandro Terzulli, Chief Economist Sace, in occasione della presentazione del Doing Export Report 2024, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia
"Dopo un anno di stagnazione nelle esportazioni di beni italiani, con un valore pari a 0%, che ha seguito due anni di crescita molto importanti, il 2021 e il 2022, il nostro export torna a crescere. Secondo le nostre stime, ci aspettiamo una crescita del 3-7% quest'anno, con una previsione di un aumento del 4,5% nel 2025, passando da 626 miliardi di euro nel 2023 a 679 miliardi di euro nel 2025. Questo incremento riguarda vari settori, dall'agricoltura ai macchinari, dove stiamo assistendo a trasformazioni significative, orientandosi sempre più verso settori del futuro. Un esempio è il settore agri-tech, dove imprese italiane di eccellenza stanno trascinando anche i beni di investimento, in particolare macchinari e apparecchiature elettriche. C'è un approfondimento interessante sulle tecnologie a basse emissioni di carbonio, che comprendono beni e apparecchiature volti a ridurre e garantire basse emissioni. L'Italia è tra i leader mondiali in questo settore, con 35 miliardi di export lo scorso anno e previsioni di crescita dell'11,1% quest'anno e del 13,7% il prossimo anno. Per quanto riguarda i mercati, abbiamo coniato l'acronimo GATE (Growing Ambitious Transforming and Emerging), che rappresenta una porta di accesso a 14 mercati chiave per la domanda italiana. Questi mercati includono paesi in Asia come Cina, India, Singapore e Vietnam, il Medio Oriente come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, il Nord Africa con Turchia, Egitto e Marocco per citare il Piano Mattei, e l'America Latina con Brasile, Messico e Colombia".
In tutti questi Paesi, quali sono i progetti di SACE? Potrebbe raccontarcene qualcuno in modo più specifico?
"I progetti sono numerosi e coprono vari settori, tra cui quelli green che citavo prima. Per esempio, abbiamo chiuso alcune operazioni in Brasile e negli Emirati Arabi Uniti. In Arabia Saudita, stiamo supportando investimenti significativi in megaprogetti come le giga Cities. Inoltre, in Africa subsahariana, siamo coinvolti nell'attuazione del Piano Mattei, lavorando su infrastrutture come ospedali, linee ferroviarie, strade e il settore idroelettrico. In Turchia, abbiamo ottenuto commesse e supportato imprese italiane nel settore ferroviario. Di recente, abbiamo aperto una sede in Colombia e siamo presenti in Cina e India da tempo. Abbiamo aperto anche a Singapore, che funge da finestra su tutto il sud-est asiatico, mirando a paesi come l'Indonesia, la Malesia e le Filippine".
Quali sono le caratteristiche che un'azienda dovrebbe avere in prospettiva futura?
"Oltre all'export, abbiamo fatto una rassegna di queste caratteristiche e le abbiamo riassunte nell'acronimo Sparkling, appunto, frizzante: Smart, Proactive, Agile, Revolutionary, Kinetic, Leader, Innovative, New e Green. È chiaro che è un acronimo creativo, ma abbiamo cercato di supportarlo con numeri e dati concreti. Parlando di innovazione, l'investimento nella trasformazione digitale è molto importante. Secondo un'indagine condotta dall'Istituto Tagliacarne, il 39% delle imprese che investe in digitale e fa contemporaneamente formazione vede crescere la propria produzione, rispetto al 29% di chi investe in digitale ma non fa formazione. Inoltre, le imprese che utilizzano l'intelligenza artificiale hanno una probabilità di esportare superiore del 10% rispetto a quelle che non lo fanno".
Quali sono le novità per quanto riguarda l'intelligenza artificiale?
"Come tutte le tecnologie, l'intelligenza artificiale è sicuramente dirompente e porta con sé grandi aspettative. Alcuni hanno già iniziato a utilizzarla, ma è chiaro che c'è ancora molto da capire. Ci sono molti aspetti dietro l'intelligenza artificiale: economici, tecnologici e normativi. È importante ricordare che, per utilizzarla al meglio e ottenere i maggiori benefici in termini di produttività ed efficienza, sono necessarie le giuste competenze nella forza lavoro. Questo implica processi formativi di upskilling e reskilling, così come l'adattamento dei sistemi organizzativi delle imprese. Solo così sarà possibile massimizzare i benefici e minimizzare i costi associati all'implementazione di questa tecnologia".
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