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Salzano (Simest e Cdp): "Politiche coese fondamentali per mantenere ruolo di leadership in Europa; Medio Oriente? Ancora possibile una soluzione condivisa"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Pasquale Salzano, Presidente di Simest e Direttore affari europei e internazionali di Cassa Depositi e Prestiti

27 Maggio 2024

Pasquale Salzano, Presidente di Simest e Direttore affari europei e internazionali di Cassa Depositi e Prestiti, in occasione del Festival dell'Economia di Trento, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia: 

"Nel contesto attuale, ci troviamo in un mondo frammentato. Ci eravamo abituati a vivere in un mondo globalizzato, regolato da norme internazionali e ordine internazionale. Tuttavia, oggi tutto questo è cambiato e dobbiamo esserne consapevoli. Le leadership internazionali devono comprendere questo cambiamento. In particolare, in Europa è essenziale comprendere che solo con politiche coese e unione tra tutti i Paesi possiamo mantenere la nostra posizione di leadership internazionale. L'Occidente, basandosi su principi condivisi, può continuare a prosperare".

Quali sono i principali fattori di declino?

"I fattori che contribuiscono al declino includono purtroppo il disordine mondiale. Alcuni Paesi hanno disatteso gli accordi che li legavano, che prevedevano regole condivise. Oggi ci troviamo di fronte a situazioni in cui alcuni Paesi hanno violato tali accordi che coinvolgevano i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e si basavano sulla condivisione di valori e di un ordine internazionale, che purtroppo oggi è venuto meno".

In questa situazione geopolitica, tra Nato, Stati Uniti accordi di Minsk, dal suo punto di vista c'è qualche elemento da cui ha avuto origine tutto?

"In questo contesto, l'Europa deve riaffermare la propria identità e coesione interna, poiché non possiamo limitarci ad esistere nel contesto internazionale solo come singoli Paesi, come nel caso dell'Italia, legati esclusivamente all'ordine euroatlantico. È vitale che, soprattutto noi dell'Occidente, diventiamo un punto di riferimento attraente per quei Paesi, specialmente nel sud del mondo, che potrebbero altrimenti trovare più interessanti altre forme di leadership. Dobbiamo continuare a essere il faro dei valori fondamentali e ad esercitare un'attrazione su tutti, oltre a promuovere politiche che garantiscano il benessere delle nostre società e mantenere un'influenza su coloro che cercano un riferimento occidentale".

Cosa ci può dire sulla questione Israelo-palestinese?

"Il Medio Oriente è al centro dell'attenzione in questo momento, poiché è evidente che la situazione nella regione è estremamente delicata. Le leadership del mondo arabo stanno cercando di raggiungere un accordo con Israele. Gli Accordi di Abramo rappresenterebbero un elemento cruciale per avvicinare questa regione e promuovere la riconciliazione, basandosi su interessi comuni e valori fondamentali. Perciò, ritengo che ci siano ancora possibilità per le leadership mediorientali di trovare una soluzione condivisa per superare le difficoltà che affliggono l'area in questo momento".

Interessi e priorità per il modello europeo e la leadership del futuro?

"Il modello europeo si fondava e si è sempre fondato su un paradigma che oggi è venuto meno. Questo paradigma prevedeva un utilizzo di risorse soprattutto energetiche a basso costo dalla Russia una export di merci ad alto valore aggiunto verso i mercati della Cina prevalentemente e un importazione di merci a basso costo ma da un basso valore aggiunto e una i costi di una sicurezza demandati agli Stati Uniti prevalentemente e quindi alla NATO oggi questo paradigma va rivisto è un paradigma che deve vedere l'Europa artefice del proprio futuro in un ambito di forte asse euroatlantico ma che abbia la consapevolezza che necessario riempire di contenuti soprattutto di contenuti condivisi le politiche europee politiche di politiche industriali politiche di azione comune. E far venir meno quegli egoismi nazionali a livello europeo che non hanno come obiettivo finale una reale vera coesione europea. Che è l'unico modo che può rendere l'Europa un vero reale soggetto internazionale".

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