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Venier (Snam): "Nel '24 impatto 0 su opere e 500 cantieri; bilanci statali e capitale privato sfide per transizione, necessari $4-7 trilioni"

L'Intervento dell'Amministratore delegato di Snam Stefano Venier al Festival dell'Economia di Trento

24 Maggio 2024

Stefano Venier, Amministratore delegato di Snam, in occasione del Festival dell'Economia di Trento, ha dichiarato: 

"La transizione energetica rappresenta un passaggio cruciale che dobbiamo compiere. Tuttavia, va considerata in un contesto più ampio, in cui affrontiamo anche la questione dei problemi planetari. Altrimenti, potremmo realizzare la migliore transizione energetica del mondo, senza però risolvere la questione della sostenibilità del pianeta. Il concetto dell'Earth Overshoot Day è emblematico: rappresenta il giorno in cui consumiamo tutte le risorse che il pianeta produce in un anno intero, attualmente fissato al 26 o 27 luglio. Questo ci impone di adottare un approccio basato sull'economia circolare e sulla responsabilità nell'uso delle risorse, affrontando i modelli di consumo attuali. Senza tali cambiamenti, nonostante una transizione energetica efficace, i problemi rimarrebbero irrisolti. 

Il lavoro di quest'anno, come SNAM, è stato focalizzato sull'obiettivo prioritario della riduzione delle emissioni. Abbiamo assunto un impegno per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040-2050, estendendo il coinvolgimento delle filiere, delle PMI e dei fornitori. Incentiviamo programmi di sostenibilità nelle valutazioni di acquisto dei servizi, attribuendo un peso significativo alle performance ambientali. Ampliando la prospettiva, poniamo al centro le emissioni ma consideriamo anche altri fattori. Come azienda territoriale, integriamo l'impatto ambientale nelle nostre attività locali, contribuendo alla scala e allo sviluppo sostenibile del territorio.

È cruciale il modo in cui restituiamo alle comunità il territorio attraversato, pertanto abbiamo introdotto obiettivi sulla biodiversità e sul capitale naturale, che sono fondamentali per noi. Quest'anno raggiungeremo l'impatto zero su tutte le opere e i 500 cantieri simultaneamente in corso nel Paese. Voglio sottolineare che se nel 2027 il nostro impatto sarà positivo, significa che non solo avremo restituito il territorio nelle condizioni in cui l'abbiamo trovato, ma lo avremo migliorato sotto il profilo della biodiversità e della sicurezza territoriale.

Più mi impegno nell'utilizzo del 'microtunneling' per la posa di tubi, simile alla costruzione di una metropolitana in città, scavando sotto terra e posizionando il tubo senza danneggiare la superficie. Questo approccio è particolarmente sensato in aree fragili come gli Appennini, dove il rischio di dissesto idrogeologico è maggiore. Maggiore è il rispetto della continuità territoriale, maggiore è la sicurezza. Applichiamo lo stesso principio per gli attraversamenti dei fiumi. Un esempio è l'alluvione in Emilia Romagna dell'anno scorso: proprio un anno fa avevamo completato il ripristino sicuro dell'alveo del fiume Marecchia, tra Rimini e Pesaro, l'unico fiume a non esondare in quell'occasione".

Quindi c'è una strategia sostenibile di Snam?

"Ecco due principi che reputo cruciali per la strategia. Primo, non c'è transizione senza infrastrutture. Come ho già detto, ribadisco: per ogni euro investito nelle fonti rinnovabili, che siano molecole verdi o elettroni, dobbiamo destinare 1€ alle infrastrutture. Questo è fondamentale per superare le sfide di spazio e tempo. Secondo, ci sono stime divergenti sull'importo necessario: l'IEA parla di 4 trilioni di dollari l'anno per il 2050, mentre il Financial Times indica 7 trilioni di dollari.

Attualmente, la sfida riguarda i bilanci degli Stati. Poiché queste transizioni richiedono un sostegno finanziario non solo da parte delle imprese, ma anche dal punto di vista del costo per il cittadino finale. La terza componente critica è la sostenibilità economica per i cittadini, altrimenti la tanto discussa "just transition" sarà solo un'idea. È improbabile che i bilanci degli Stati coprano interamente queste cifre: forse il 20-30%, mentre il restante 70% dovrà provenire dal capitale privato.

Tuttavia, è importante tenere a mente che il capitale privato richiede certezze, regole chiare e una chiara prospettiva di ritorno sugli investimenti. Senza queste garanzie, il capitale privato è riluttante ad investire. Ed è qui che la situazione inizia a complicarsi ulteriormente. In primo luogo, i tassi di interesse sono saliti al 4%. Di conseguenza, se un tempo un investimento nelle energie rinnovabili offriva un rendimento del 7%, con un tasso di emissione del 9-10%, ora tale investimento risulta meno attraente. Questo rende difficile reperire capitali, costituendo già di per sé un primo ostacolo significativo".

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