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Incontro Trump-Zelensky, tycoon: "Accordo al 90%, 2 settimane all'intesa" ma resta nodo sui territori: "Donbass e Zaporizhzhia irrisolti" - VIDEO

Dopo un'intensa telefonata con Putin, definita dal tycoon "costruttiva" e con la quale i governi Usa e russo hanno allontanato l'idea di un cessate il fuoco temporaneo, Trump ha rassicurato nonostante manchino ancora concreti accordi. Tra le questioni spinose anche le garanzie di sicurezza

29 Dicembre 2025

"È andata molto bene, abbiamo discusso praticamente di ogni argomento (...) siamo entrati nei dettagli (...). Abbiamo fatto grandi progressil'accordo è pronto al 90%". Ha aperto così, con grande ottimismo, il Presidente Usa Donald Trump il discorso pubblico seguito al delicato vertice di ieri, 28 Dicembre, con l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky.

Incontro Trump-Zelensky, tycoon: "Accordo al 90%, 2 settimane all'intesa" ma resta nodo sui territori: "Donbass e Zaporizhzhia irrisolti" - VIDEO

Prima del summit Trump-Zelensky, che era stato descritto, qualche giorno fa, come il punto di "svolta" di "progressi significativi nei negoziati", il tycoon ha avuto una telefonata con Putin durata circa due ore. Una telefonata definita "costruttiva" e che piomba, dopo l'ultima intercorsa lo scorso 16 ottobre - sempre alla vigilia di un precedente incontro fra Trump e Zelensky -, a definire un punto chiave nelle dinamiche del conflitto. "I Presidenti Trump e Putin - ha fatto sapere il consigliere russo Yuri Ushakov commentando la chiamata - condividono l'idea che la proposta di cessate il fuoco temporaneo avanzata dagli ucraini e dagli europei con il pretesto di prepararsi al referendum non fa che prolungare il conflitto e rischia di portare ad una ripresa delle ostilità".

Con questo primo presupposto dunque si è aperto ieri, a Mar-a-Lago, l'incontro tra le parti Usa e Ucraina: incontro di cui Trump ha segnato il buon esito senza che però si sia arrivati ad una svolta definitiva. L'accordo è "vicino" ha dichiarato il tycoon lasciando come margine di intesa definitiva "un paio di settimane", eppure a restare irrisolti restano sempre gli stessi nodi su cui Zelensky non ha alcuna intenzione di far calare il sipario: anzitutto i territori, vale a dire Donbass, quindi la centrale nucleare di Zaporizhzhia e in parte le garanzie di sicurezza.

"Piano di pace in 20 punti, concordato al 90%. Garanzie di sicurezza Usa-Ucraina, concordate al 100%. Garanzie di sicurezza Usa-Europa-Ucraina, quasi concordate. Dimensione militare, concordata al 100%" ha detto telegrafico Zelensky salvo poi essere frenato dal tycoon in tema sicurezza: "Si può parlare di 95%, ma non mi piace usare percentuali. Ci sono una o due questioni molto spinose, ma penso che ce la stiamo cavando molto bene".

In assenza di ultimatum ufficiali - ieri pomeriggio Trump, appena fuori dal suo resort per accogliere Zelensky aveva detto "La mia unica scadenza è risolvere il conflitto" -, tutto resta ancora in gioco, anche perché se Zelensky sperava di andare in Florida per limare le posizioni russe in tema Donbass, concluso il meeting Mosca se ne esce uguale a prima: con lo "standpoint" dell'annessione delle oblast' di Doneck e Luhansk. Obiettivo di Zelensky è quello di rinunciare alla ritirata dal territorio sud-orientale del Paese per creare una zona demilitarizzata che richieda un indietreggiamento del nemico.

Trump rassicura Zelensky e, contemporaneamente, tiene in mano i fili russi: "Il 91% degli ucraini vuole che questa guerra finisca. Anche la Russia lo vuole, tutti vogliono che finisca e noi vogliamo che cessi. Voglio che finisca perché non voglio vedere così tante persone morire. Stiamo perdendo un numero enorme di persone, il più grande in assoluto dalla Seconda Guerra Mondiale".

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