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Sudan, il VIDEO di immagini satellitari a El Fasher che mostrano macchie rosso sangue, simbolo di uccisioni di massa di civili da parte delle RSF

Omicidi ed esecuzioni di massa avvenuti presumibilmente "in meno di 72 ore" dalla conquista di El Fasher. Un genocidio etnico testimoniato da chiazze e decolorazioni testimoniate da immagini satellitari

04 Novembre 2025

Sangue visto dallo spazio. È quanto testimoniano le terribili immagini satellitari girate sopra la città sudanese di El Fasher, ultima roccaforte nella regione del Darfur settentrionale espugnata e assediata dai paramilitari delle RSF (Rapid Support Forces) lo scorso 28 ottobre.

Sudan, il VIDEO di immagini satellitari a El Fasher che mostrano macchie rosso sangue, simbolo di uccisioni di massa di civili da parte delle RSF

Immagini che descrivono il dramma di un genocidio in corso, lasciato continuare silenziosamente dietro le quinte di una cronaca già segnata dalle atrocità israeliane a Gaza e nella Cisgiordania occupata, e dalla guerra russo-ucraina. Se dallo spazio è possibile vedere macchie rosso sangue intorno alle case, nei cortili e per le strade, ciò significa che siamo davanti ad un'epurazione etnica senza precedenti in Africa. Dopo la presa di El Fasher resistita ad un assedio durato 18 mesi, la maggior parte dei 260 mila civili rimasti intrappolati in città sono stati soggetti a misure di sistematica eliminazione di massa da parte dei paramilitari.

Con tutta l'incertezza dei dati che ci arrivano, gli esperti stimano che ormai decine di migliaia di civili sono stati uccisi nell'ultima settimana. Raggiunti da colpi di arma da fuoco mentre cercavano di scappare. Oppure spogliati e gassati, o morti investiti dai camion. Uccisioni di massa e corpi accatastati gli uni sugli altri in una strage umana dietro il cui operato delle RSF sembra nascondersi il supporto degli Emirati Arabi Uniti. Con la capitale regionale lasciata in totale blackout, isolata dalle comunicazione e inaccessibile ai mezzi dei soccorsi umanitari, risultano indispensabili le testimonianze dei sopravvissuti, oltre che le immagini satellitari e gli stessi video social condivisi dai soldati RSF che si filmano mentre compiono atrocità. Donne e bambini violentati e poi uccisi: le immagini satellitari sono lo specchio di quanto sta accadendo nella città sudanese, dove i corpi dei civili affiorano fuori dagli ospedali e sparsi nei quartieri, alla periferia della città e nelle basi militari delle avversarie SAF (Forze Armate Sudanesi).

Secondo Nathaniel Raymond, investigatore americano sui diritti umani e sui crimini di guerra presso HRL, gli omicidi sarebbero avvenuti "in meno di 72 ore da quando Rsf ha preso il controllo della città". Raymond riferisce di aver osservato "un'esplosione di oggetti che misurano tra 1,3 e 2 metri, e che proliferano su tutto il terreno". Oggetti che si sono appunto rivelati corpi umani. Particolari decolorazioni intorno ai corpi (tracce di sangue) sono state ravvisate anche presso l'ospedale: "Vediamo una linea di persone in piedi il primo giorno in una struttura di detenzione delle RSF che in precedenza era un ospedale pediatrico. Il secondo giorno, vediamo una pila ora nell'angolo coerente con il colore e la lunghezza di quegli individui che erano lì il giorno precedente".

 

 

 

 

 

 

 

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