17 Settembre 2025
Continua l'assalto finale via terra di Gaza City per mano dell'Idf e la distruzione della città, che è sotto il controllo israeliano per il 40%. Nelle ultime 24 ore, solamente nell'area urbana, sono morte oltre 100 persone. Gli abitanti civili palestinesi di Gaza City sono in fuga verso il sud della Striscia, ma molti affermano che non ci siano più "zone sicure" e che moriranno molto presto, sotto le bombe.
Gaza City continua a essere l’epicentro di una tragedia umanitaria senza precedenti. Migliaia di famiglie palestinesi sono in marcia verso sud, costrette ad abbandonare le loro case per la quarta, quinta volta in pochi mesi. "Siamo come fantasmi", racconta Najeeb Kaddoumi, dopo aver impiegato otto ore per percorrere quindici chilometri su un furgone scassato. Molti non riescono nemmeno a partire: un viaggio costa fino a mille dollari e trovare un autista è quasi impossibile.
Chi rimane lo fa per mancanza di alternative, non per scelta. "Non ci sono zone sicure, bombardano ovunque", dice Mohammed Aiamarin, che vive con quattro bambini in una tenda sulla spiaggia. "Ho pensato che avessero sganciato una bomba nucleare". Intanto, l’esercito israeliano annuncia l’avvio di un’operazione di terra “intensiva” nel cuore di Gaza City. I bombardamenti colpiscono case, strade e ospedali, spingendo l’Onu a parlare apertamente di “genocidio in corso”.
La Francia condanna l’offensiva definendola "una campagna distruttrice che non ha più logica militare". Human Rights Watch accusa Israele di crimini di guerra per gli sfollamenti forzati e la distruzione sistematica di interi quartieri.
Nel campo di Al-Mawasi, dove si riversano i profughi, non c’è spazio né aiuti sufficienti: migliaia dormono all’aperto, senza acqua né medicine. La popolazione chiede un immediato cessate il fuoco e un corridoio umanitario. Ma finché le bombe continuano a cadere, Gaza resta intrappolata in un ciclo di morte e disperazione.
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