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Gerusalemme, Idf demolisce edificio palestinese a Wadi Qadam per "mancanza permessi", 12 famiglie sfollate: "È crimine coloniale" - VIDEO

Un nuovo caso di crimine contro l'umanità e il diritto all'abitare: israeliani hanno autorizzato e distrutto un edificio dove vivevano almeno 12 nuclei familiari a Silwan. Il Governatorato di Gerusalemme ha denunciato il fatto come "crimine volto a sostituire i residenti originari con colonizzatori e coloni"

22 Dicembre 2025

Un edificio residenziale dove abitavano almeno 12 famiglie palestinesi, è stato attaccato e demolito dai coloni israeliani a Silwan, nel Governatorato della Gerusalemme occupata dall'Idf. Si tratta dell'ennesimo "crimine di guerra" compiuto dagli israeliani come strategia di deportazione forzata dei palestinesi al di fuori dei loro territori.

Gerusalemme, Idf demolisce edificio palestinese a Wadi Qadam per "mancanza permessi", 12 famiglie sfollate: "È crimine coloniale" - VIDEO

La politica repressiva, terrorista e criminale del governo israeliano contro i palestinesi peggiora di giorno in giorno, "travestita" da parvenze legali. È infatti con la scusa della "mancanza di permessi" che Israele ha autorizzato l'ennesima atrocità volta a privare famiglie palestinesi del diritto all'abitare non solo nella loro terra, ma nelle loro case. Nel quartiere palestinese di Wadi Qadam, a Silwan - cittadina collocata a sud della Città Vecchia di Gerusalemme Est e a quasi 10 chilometri da Betlemme -, gli occupanti israeliani hanno circondato e attaccato i residenti di un palazzo, demolendone i muri con una gru.

A quanto emerge dalle immagini pubblicate, il braccio meccanico distrugge il tetto e i muri dell'edificio residenziale, causando lo sfollamento di ben 12 famiglie palestinesi. L'operazione chiarisce, una volta ancora, le reali intenzioni dei "colonizzatori" israeliani: deportare - ovvero creare le condizioni per una deportazione forzata - i legittimi abitanti per insediare i nuovi coloni. Operazione che fa tornare alla mente le politiche sostenute dal ministro Ben Gvir che, lo scorso inizio Novembre, autorizzava lo sfratto di migliaia di beduini del Negev perché "soggetti non riconosciuti".

Drastico è stato il commento del Governatorato di Gerusalemme, che ha condannato la demolizione come un "crimine di guerra, un crimine contro l'umanità pienamente compiutononché chiaro piano coloniale per sostituire gli abitanti originari coi coloni". "Fa parte di una politica sistematica volta a sfollare forzatamente i cittadini palestinesi e a svuotare Gerusalemme dei suoi residenti - continuano i vertici politici -, l'occupazione ricorre a ripetute e inconsistenti scuse(...) nonostante le sue autorità impongano restrizioni arbitrarie e deliberate alla concessione di permessi di costruzione ai palestinesi. (...) Il governo Netanyahu è pienamente e direttamente responsabile di questo crimine e delle sue conseguenze".

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