I raid di Israele nella Striscia di Gaza hanno causato la morte di oltre 50 persone, tra cui 14 palestinesi che si trovavano nei pressi dei centri di distribuzione degli aiuti. La notizia è stata confermata da fonti mediche locali, proprio mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dichiarava che si stanno compiendo "grandi progressi" per mettere fine al conflitto.
Secondo quanto riferito dagli ospedali al-Awda e Al-Aqsa Martyrs, almeno 9 palestinesi sono stati uccisi e numerosi altri feriti mercoledì mattina, mentre erano in attesa di ricevere aiuti nei pressi del bivio di Netzarim, nel centro della Striscia di Gaza.
Le vittime si aggiungono a un bilancio sempre più grave legato agli scontri nelle aree attorno ai punti di soccorso attivati dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un'organizzazione fortemente sostenuta da Israele e dagli Stati Uniti ma al centro di dure critiche. Secondo le Nazioni Unite e diverse ONG internazionali, il GHF non sarebbe in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze della popolazione e verrebbe utilizzato come strumento politico e militare, con il cibo trasformato in leva di controllo.
Intanto, il Ministero della Salute palestinese ha lanciato un nuovo allarme: la situazione sanitaria e umanitaria a Gaza è ormai al collasso, anche a causa del blocco israeliano che impedisce l'ingresso di medicinali e forniture salvavita per una popolazione già in estrema difficoltà.