18 Giugno 2024
“Il treno ha lasciato la stazione”, inizia così il Presidente Serbo Aleksandar Vucic. Quest'ultimo è sicuro che i giorni che si prospettano sono gli ultimi di un possibile ripensamento di ciò che è successo e dei piani futuri per la guerra in Ucraina. Il presidente è certo che “se le grandi potenze non faranno nulla nel breve periodo ci ritroveremo davanti a un reale disastro". Si parla di terzo conflitto mondiale perché anche la Nato entrerebbe in guerra, ma Vucic lo definisce più come un “grande scontro” dal quale “non siamo lontani" e che potrebbe prendere piede "anche tra tre o quattro mesi”. Nell'intervista alla testa giornalista svizzera Die Weltwoche, Vucic fa un parallelismo tra le relazioni internazionali e il poker poiché non si può sperare in geopolitica che "qualcuno stia bleffando, perché ciò significa non avere carte migliori, ma credere solo che dall'altro lato ci siano carte peggiori, ma non essendone sicuro perché nessuno conosce o vede le carte dell'altro".
Negli incontri dei grandi leader si parla solo di guerra, “nessuno vuole arrivare alla pace, nessuno parla di pace ed è quasi una parola vietata”, dice Vucic. I due fronti che secondo il presidente serbo innescheranno una conflitto non più regionale, sono quello Occidentale, formato da Stati Uniti e Unione Europea, ma anche gli stati NATO, che "hanno bisogno di vincere contro la Russia per assicurare un futuro di pace, quindi, nessuno sta cercando di mettere fine alla guerra”.
Secondo la teoria di Vucic le potenze occidentali “possono vincere facilmente contro Putin, ma l'obiettivo è quello di indebolirlo” per poter modificare i confini della Russia e deporre Putin e il suo governo. Questa strategia, però, secondo Vucic non basterà per “distruggere la Russia”.
Nel descrivere il fronte Occidentale, critica soprattutto gli europei, perché “si credono degli eroi, ma non hanno detto al loro popolo che avrebbero pagato un prezzo enorme”. Inoltre, i leader dovrebbero, secondo il Presidente serbo, “smettere ogni comportamento guerrafondaio”.
Gli Stati Uniti, invece, “non possono permettersi di perdere la guerra in Ucraina quindi la Russia non può vincere”, per varie ragioni, tra cui un fattore reputazionale per cui “la loro eredità politica non esisterebbe o sarebbe molto scarsa”. Secondo Vucic se gli Stati Uniti non cambieranno la loro posizione sulla guerra in Ucraina "in termini geopolitici, la guerra peggiorerà così tanto che nessuno potrà ristabilire le relazioni”. Infine la possibile escalation “aprirà il vaso di Pandora, che porterà ad altre ostilità collettive in futuro”.
Anche Putin "non può perdere la guerra, perché se perdesse la Russia non esisterebbe più" sia per attacchi interni che esterni.
I due fronti, quindi, “sono molto lontani l’uno dall’altro, con diversi desideri e diverse aspettative, quindi si può vedere che tutto è una scommessa e nessuno può permettersi di perdere” ed è per questo che Vucic parla di un avvicinamento a un disastro.
Vucic e la sua Serbia, rimangono in una posizione di dialogo volendo “pace, stabilità e tranquillità nella regione e nel paese”. Questa volontà da parte del governo serbo può derivare dal passato della Serbia, la quale il 28 luglio 1914 entrò in guerra contro l’Austria, dopo che nella capitale serba, Sarajevo, un mese prima, fu ucciso l’Arciduca Francesco Ferdinando. La Russia entrò nella Grande Guerra il 29 luglio a fianco della Serbia, attaccando l’Austria.
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