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Strasburgo, Yulia Navalnaya al Parlamento Europeo: "Putin mafioso sanguinario, ha torturato e ucciso mio marito Alexei” - VIDEO

Yulia Navalnaya, la vedova di Alexei Navalny, è intervenuta nella giornata di ieri, mercoledì 28 febbraio a Strasburgo, al Parlamento europeo

29 Febbraio 2024

“Ci è voluta una settimana per avere il corpo di mio marito dopo la sua morte”. Yulia Navalnaya, la vedova di Alexei Navalny, è intervenuta nella giornata di ieri, mercoledì 28 febbraio a Strasburgo, al Parlamento europeo. “Pensavo che nei 12 giorni trascorsi dalla morte di Alexei avrei avuto il tempo di preparare questo discorso. Ma prima abbiamo passato una settimana a prendere il corpo di Alexei e a organizzare il funerale. Poi ho scelto il cimitero e la bara. Il funerale si svolgerà dopodomani e non so ancora se sarà pacifico o se la polizia arresterà coloro che sono venuti a salutare Alexei". 

Strasburgo, Yulia Navalnia al Parlamento Europeo: "Putin mafioso sanguinario, ha torturato e ucciso mio marito Alexei"

La moglie di Navalny è stata introdotta dalla presidente Roberta Metsola e subito dopo è stata invitata a parlare al Parlamento europeo a tre anni dalla sua ultima apparizione, quando venne a ritirare in premio Sacharov 2021 assegnato a suo marito, ai tempi in carcere in Russia. “Putin non è un politico ma un mafioso sanguinario, il capo di una banda di criminalità organizzata, che comprende avvelenatori, assassini, sono tutti marionette. Non è possibile trattare con lui, non si può sconfiggere con le sanzioni. Ha ucciso mio marito. Alexei è stato torturato su ordine di Putin, che deve rispondere di ciò che ha fatto al mio Paese. Putin deve rispondere di ciò che ha fatto a un Paese vicino e pacifico. E Putin deve rispondere di tutto ciò che ha fatto ad Alexei. Mio marito non vedrà come sarà la bella Russia del futuro, ma noi dobbiamo vederla. E io farò del mio meglio perché il suo sogno si realizzi, perché il male cada e questo bel futuro arrivi". Navalnaya ha poi aggiunto che "dobbiamo adottare i metodi della lotta alla criminalità. Non note diplomatiche, ma indagini. Non dichiarazioni di preoccupazioni, ma una ricerca dei consociati della mafia nei vostri Paesi".

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