15 Febbraio 2024
Se a Carnevale ogni scherzo vale, l'organizzazione "Osadìa" (audacia) ha probabilmente preso troppo sul serio questa affermazione inscenando uno spettacolo che definire osceno è quasi riduttivo. Siamo a Torrevieja, centro sud della Spagna, a pochi chilometri da Alicante. Protagonisti della festa carnevalizia bambini e bambine sorridenti in tutta la loro ingenuità. Gli organizzatori infatti decidono che è il momento di "educare" secondo il loro gusto, così quella che doveva essere una giornata di festa si trasforma in una sfilata LGBT. Bambine con reggicalze, magliette color carne e due cerotti a coprire il petto. L'associazione degli Avvocati Cristiani ha subito annunciato misure legali contro i responsabili. La direzione del Carnevale di Torrevieja, invece, si schiera apertamente in difesa della troupe che ha ideato il costume a cui è stato assegnato uno dei premi in palio. Pure premiati.
La trovata degli organizzatori naturalmente non è passata inosservata, e nel giro di poche ore ha fatto il giro del web suscitando clamore, scandalo e parecchia indignazione. Sono già diverse le organizzazioni che hanno denunciato i responsabili dell'evento. Tra queste, Avvocati Cristiani, ha annunciato che intraprenderà azioni legali per "corruzione di minori" contro i responsabili per l'utilizzo di un'immagine sessualizzata di ragazze. Nel mirino dell'organizzazione dei giuristi anche il consigliere del festival, Rosario Martínez, il presidente dell'Associazione del Carnevale di Torrevieja e i responsabili di "Osadía": sfruttamento di minori al fine di "spettacoli esibizionisti" il reato contestato.
Contemporaneamente l'organizzazione Hazte Oir ha iniziato la raccolta delle firme su Internet per chiedre l'immediata destituzione dell'assessore alle celebrazioni e vietando la partecipazione dell'associazione Osadía alle sfilate, oltre che la riscossione di qualsiasi introito. Nella sua petizione, l'associazione dichiara che "è un vero peccato che il Comune di Torrevieja non solo non si assuma alcuna responsabilità ma difenda anche quello che è già uno scandalo internazionale".
Monsignor José Ignacio Munilla, vescovo di Orihuela-Alicante ha parlato di "immagini degradanti. Si giunge alla conclusione che le nostre autorità non credono nemmeno alle leggi che esse stesse promulgano; come nel caso della legge globale sulla protezione dell’infanzia, entrata in vigore nel 2021". Il prelato ha citato l'articolo 1 di tale legge che obbliga a "garantire i diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti alla loro integrità fisica, mentale, psicologica e morale contro ogni forma di violenza, assicurando il libero sviluppo della loro personalità e stabilendo misure di protezione organiche, che comprendono la sensibilizzazione, la prevenzione, la diagnosi precoce, protezione e riparazione dei danni in tutti gli ambiti in cui si svolge la loro vita".
"Questa è una vera e propria pornificazione e ipersessualizzazione di bambine. Giù le mani dai bambini!!!". È la dichiarazione pubblicata sul suo account X da Jacopo Coghe, portavoce di Provita e Famiglia onlus.
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