02 Dicembre 2025
I vertici dell'esercito israeliano hanno proibito agli alti ufficiali dell'Idf di utilizzare smartphone di marca Android per preoccupazioni legate alla sicurezza. La radio ufficiale dell'esercito ha affermato che ora sarà obbligatorio per loro comunicare solamente tramite iPhone, ritenuti meno esposti al rischio di hackeraggio.
La guerra digitale in Medio Oriente entra in una nuova fase. L’Idf, l’esercito israeliano, ha deciso di vietare l’uso di smartphone Android ai propri ufficiali di alto rango, consentendo solo gli iPhone per comunicazioni operative. La notizia, diffusa da Army Radio e rilanciata dal Jerusalem Post, rappresenta un duro colpo d’immagine per Google, che nelle ultime settimane aveva promosso Android come più sicuro dell’iPhone.
Secondo quanto riportato, il provvedimento riguarderà i comandanti dal grado di tenente colonnello in su, con l’obiettivo di ridurre al minimo il rischio di intrusioni e attacchi di social engineering. Le nuove linee guida vietano inoltre l’uso di qualsiasi telefono militare che non sia un iPhone, mentre i dispositivi Android restano ammessi esclusivamente per scopi personali e non operativi.
La decisione arriva dopo anni di tentativi di hackeraggio contro i soldati israeliani. Prima del conflitto attuale, diversi rapporti avevano denunciato “honeypot attacks” condotti da gruppi ostili per sottrarre dati sensibili, tracciare movimenti delle truppe e infiltrarsi nelle comunicazioni militari. L’Idf aveva persino simulato operazioni di phishing attribuibili a Hezbollah per testare la resilienza delle proprie unità.
La mossa risulta particolarmente significativa perché giunge a poche settimane dall’annuncio di Google che celebrava l’inclusione dei device Pixel nella lista DoDIN del Dipartimento della Difesa Usa. Una certificazione definita da Google come “milestone fondamentale” nella sicurezza mobile. Ma per l’esercito israeliano, la solidità dell’ecosistema chiuso di Apple resta superiore.
Il contesto cyber resta incandescente. Ynet News ha rivelato una nuova campagna iraniana chiamata “SpearSpecter”, attribuita all’IRGC, che utilizza tecniche avanzate di social engineering tramite WhatsApp, identità false e backdoor PowerShell per colpire funzionari governativi e figure della difesa. L’Agenzia Digitale dello Stato ha confermato che il gruppo ha abbandonato gli attacchi massivi per concentrarsi su operazioni chirurgiche contro target di alto valore.
Il divieto di Android, dunque, riflette una realtà: mentre Google chiude falle e limita progressivamente il sideloading, l’iPhone – con il suo ecosistema blindato – resta, agli occhi dell’Idf, l’opzione più sicura in un contesto in cui lo smartphone è diventato un fronte di guerra tanto quanto i confini fisici.
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