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Regione Lombardia, Cattaneo: "Fotovoltaico futuro energetico lombardo, ma irrealizzabile senza nuove leggi”

Raffaele Cattaneo, Assessore all'ambiente e al clima Regione Lombardia, a Il Giornale d'Italia: "Dobbiamo realizzare impianti fotovoltaici di 4500 ettari, ma la difficoltà che abbiamo oggi è trovare gli spazi, ottenere le autorizzazioni e realizzare gli impianti in tempi ragionevolmente brevi: sono necessarie nuove leggi per favorire concretamente la transizione energetica"

11 Marzo 2022

Raffaele Cattaneo, Assessore all'ambiente e al clima Regione Lombardia, in occasione dell'VIII edizione dell'Energy Forum a Cernobbio, ha affermato a Il Giornale d'Italia:

"Oggi ho illustrato il contenuto di una transizione energetica essenziale per la Lombardia: non possiamo pensare di continuare sulla strada della dipendenza energetica dalle fonti fossili, e in particolare dal gas. Ricordo che attualmente in Lombardia le fonti rinnovabili rappresentano circa il 15% dei consumi finali, quindi di quelli elettrici e termici che utilizziamo per scaldare le nostre case. L'85% di questa deriva dal gas, dal petrolio e dai suoi derivati. Dobbiamo cambiare questa impostazione, altrimenti, quando si creano situazioni imprevedibili su uno scenario internazionale - come sta accadendo questi giorni - i prezzi schizzano alle stelle e diventano insostenibili per famiglie e imprese".

"Per cambiare impostazione, però, abbiamo bisogno di realizzare degli impianti che oggi non abbiamo e che non è semplice mettere a terra. Il nostro programma regionale al 2030 Energia, Ambiente e Clima, che disegna la traiettoria di questa transizione energetica, dice che dobbiamo ridurre i consumi di 1/3 e contemporaneamente raddoppiare la produzione delle fonti rinnovabili. Ricordiamo, però, che le fonti rinnovabili di cui disponiamo in Lombardia non sono infinite: sfruttiamo da 150 anni l'idroelettrico, che non possiamo aumentare ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici. In Lombardia non abbiamo il vento e non abbiamo il mare: sostanzialmente, possiamo usare solo le biomasse - come stiamo già facendo - e il solare fotovoltaico".

"Dobbiamo realizzare impianti di solare fotovoltaico solo per un primo passo, che sono l’equivalente di 4500 ettari, ossia tre campi da calcio per ogni comune lombardo. La difficoltà che abbiamo oggi è quella di riuscire a mettere a terra concretamente questi progetti, quindi trovare gli spazi, ottenere le autorizzazioni e realizzare gli impianti in tempi ragionevolmente brevi. Questo è il vero nodo da risolvere per favorire concretamente la transizione energetica".

"I temi dell'ambiente e le regole della concorrenza sono in gran parte di competenza esclusiva dello Stato. L'energia è una competenza concorrente fra Stato e Regioni, ma quest'ultime possono fare le norme di dettaglio sulla base dei principi stabiliti dalle norme statali. Tutto ciò dimostra che senza un inquadramento normativo che semplifichi le procedure e renda davvero possibile la realizzazione di impianti, non è possibile ottenere il risultato sperato. Al tempo stesso, però, non possiamo programmare una trasformazione selvaggia del nostro territorio. Gli impianti fotovoltaici hanno un impatto paesaggistico molto importante, e credo che nessuno vorrebbe vederne uno in piazza del Duomo o nella zona più bella del paesaggio del lago di Como. La difficoltà che ha di fronte chi governa è quella di tenere in equilibrio esigenze diverse. Nonostante questo, dal punto di vista della velocizzazione e della semplificazione, si può fare molto di più di quello che stiamo facendo oggi".

A proposito del piano del governo sulle trivelle, Cattaneo afferma:

"Questo piano non riuscirà a risolvere i problemi energetici dell'Italia per una ragione che sta nei numeri: il nostro Paese consuma 70 miliardi di metri cubi all’anno di gas e la produzione nazionale e tre miliardi di metri cubi, quindi meno del 5%. Con le nuove trivellazioni possiamo pensare di portarla a 5%, alcuni pensano a 7%, ma anche in questo caso, riusciremmo a risolvere solo il 10% del problema".

"Purtroppo, il gas ha una dipendenza strutturale dall’estero e noi, oggi più che mai, dobbiamo trovare forniture che possano sostituire il gas proveniente dalla Russia e che a breve potremmo non avere più. Ciò non toglie che aumentare la produzione nazionale sia utile, e in questo caso dobbiamo sfondare alcune resistenze ideologiche e l’atteggiamento di chi ricerca sempre di lisciare il pelo dell’opinione pubblica. Bisogna avere la responsabilità di dire sì agli impianti che servono, anche quando hanno un impatto sul territorio che non tutti condividono. Nonostante questo, non possiamo pensare che arrivi una soluzione miracolistica, perché i numeri ci dicono che purtroppo non sarà così".

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