23 Ottobre 2025
“Le ipotesi di festini o altro scoperti da Chiara Poggi al Santuario della Bozzola mi sembrano tutte grosse suggestioni”. A dirlo è Andrea Sempio, ora indagato per l'omicidio della ragazza, dove ha voluto chiarire la sua posizione e prendere le distanze da una delle piste più discusse che ruotano attorno all’omicidio della giovane di Garlasco. Sempio, oggi 37enne, ha ribadito di non credere minimamente a questa versione dei fatti, sottolineando come la vittima fosse “una normalissima ragazza di provincia”.
L’amico d’infanzia di Chiara Poggi, indagato per omicidio nella nuova inchiesta sulla morte della ragazza, ha infatti commentato: “Stiamo parlando di una normalissima ragazza di provincia, non stiamo parlando di un appartenente alle forze dell’ordine che ha scoperto un giro strano. Mi sembra una ipotesi molto tirata per i capelli, mi sembrano suggestioni, nulla di reale”.
Riferendosi invece al proprio atteggiamento durante questi anni di indagini e sospetti, Sempio ha descritto la propria calma apparente come una forma di "rassegnazione", sebbene ultimamente stiano uscendo sempre più dettagli contro di lui: “Sono un po’ come quei soldati nelle guerre di trincea. Devi star lì, devi aspettarti che possa capitare di tutto e basta. Sei rassegnato – ha concluso – ad aspettare che passi”.
Nel corso dell’intervista, Sempio ha anche affrontato la questione legata agli appunti del padre finiti al centro dell’indagine bresciana per corruzione che coinvolge l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. Ha provato a giustificarsi che non si trattava di cifre di 20 o 30mila euro, ma di semplici somme per coprire il costo materiale di una copia dell’atto di archiviazione. “Quando scrive 20, 30 intende venti o 30 euro. Secondo me quello è un appunto che si era scritto e non è nulla di più di lui che parla con gli avvocati e chiede ‘per avere in mano la stampa dell’archiviazione quanto viene?’ E l’avvocato gli avrà detto ‘venti o trenta euro’”.
Sempio ha poi spiegato di aver versato circa 35mila euro agli avvocati all’epoca della sua prima iscrizione nel registro degli indagati, una cifra che, a suo dire, non gli era sembrata eccessiva. “Noi ci siamo trovati in mezzo a quel vortice, non sapevamo nulla di questioni legali, non avevamo la minima idea di quali potessero essere i costi e francamente – ha detto – quando sei dentro, l’unica cosa che ti interessa è uscirne”.
“Quindi – ha aggiunto – qualunque richiesta ti fanno di soldi, pensi che se te li chiedono sarà così. Ed è quello che abbiamo fatto: ci siamo sempre prestati a tutte le richieste”.
L’uomo ha inoltre negato con decisione qualsiasi ipotesi di corruzione con l’ex procuratore Venditti, oggi sotto inchiesta. “Non ci può essere alcun collegamento con l’idea di corruzione. Faranno le loro verifiche ma non ci può essere nulla che colleghi noi a Venditti, a qualche caso strano di corruzione. Parliamo comunque di cifre basse, molto dilazionate nel tempo”.
Sempio ha poi ironizzato su eventuali ipotesi di manovre occulte da parte dei propri legali: “A meno che i miei avvocati molto generosamente, senza dire nulla, magari hanno messo da parte i soldi per arrivare a metterli in mano a qualcuno... ma non credo, non tornano le cifre e i tempi”.
Infine, ha raccontato di aver chiarito ogni dubbio con il suo ormai ex legale, l’avvocato Massimo Lovati. “Gli ho chiesto esplicitamente se fosse successo qualcosa, se potesse saltar fuori qualcosa che non so, che non mi aspetto riguardo all’ipotesi di corruzione, e lui mi ha garantito no, che sotto non c’era nulla”.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia