11 Giugno 2025
Domenica 8 giugno ad Arezzo, un giovane arbitro di 18 anni è stato brutalmente aggredito al termine del memorial “Mirko Poggini”, torneo riservato alla categoria Under 13.
Secondo le ricostruzioni, il responsabile dell’aggressione sarebbe un 45enne, padre di un ragazzo della Vis Pesaro, squadra impegnata nella finale contro i pari età dell’Arezzo. L’uomo, al termine dell’incontro, ha fatto irruzione nello spogliatoio riservato al direttore di gara, chiudendosi dentro con lui. È lì che ha scatenato una violenza inaudita: calci, pugni, morsi, persino l’utilizzo di una sedia per colpire il ragazzo. L’arbitro 18enne ha riportato 2 costole rotte, un trauma alla clavicola, escoriazioni ed ematomi, per un totale di 40 giorni di prognosi.
A scatenare l’ira del genitore sarebbe stato un rigore concesso nel finale della partita e contestato dalla formazione ospite. L’intera scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza e ha permesso una rapida identificazione dell’uomo, grazie alla collaborazione dei dirigenti di entrambe le società. Il 45enne è stato denunciato ai carabinieri per lesioni personali aggravate. Le autorità stanno valutando anche l’ipotesi del reato di sequestro di persona.
A condannare con fermezza l’accaduto è stato il presidente dell’AIA, Antonio Zappi, che ha parlato senza mezzi termini: “È una vera emergenza sociale, noi chiediamo un aiuto alla politica e speriamo che molto presto si arrivi a una modifica del codice penale. Era già stata ipotizzata nell'ambito del Decreto sicurezza, noi speriamo adesso in un prossimo veicolo legislativo. Che la politica non ci lasci soli, perché ci sono oltre 200 casi dall'inizio della stagione. Una cosa che non è più accettabile”.
Zappi ha inoltre spiegato che “nell'ultimo Consiglio federale è stato istituito un nuovo organismo di monitoraggio e contrasto alla violenza. Auspichiamo che molto presto anche l'ordinamento sportivo si doti di strumenti necessari per alzare il livello repressivo, oltre quello formativo e culturale, nei confronti di chi fatica ad accettare le decisioni arbitrali. Tra l'altro – ha aggiunto – in questo caso non c'è stato alcun innesco o alcuna decisione tecnica discussa, è stata una follia del tutto gratuita e non necessaria. Una cosa ancora più grave”.
Dura anche la reazione della famiglia dell’arbitro. Simone Petrelli, padre del giovane, ha definito l’accaduto “un fatto inaudito e vergognoso”, chiedendo “una punizione esemplare” per l’aggressore.
Nel frattempo, la Vis Pesaro ha preso ufficialmente le distanze dal comportamento del genitore coinvolto, sospendendolo dall’accesso alle partite della squadra.
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