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Iran attacca Israele, Pubble (Paola Ceccantoni): "Biscottone, Teheran ha dimostrato di saper rispondere e Tel Aviv di potersi difendere, ci hanno guadagnato entrambi" - VIDEO

La YouTube non crede alla 'vendetta' ordita da Teheran dopo l'attentato all'ambasciata a Damasco, e crede che ci sia una specie di scambio di favori reciproco

15 Aprile 2024

"Ucci uccione, sento odor di biscottone". Comincia così il video di Pubble, nome d'arte di Paola Ceccantoni, la youtuber romana che commenta a modo suo tutto quello che accade in Italia e nel mondo, con particolare sguardo alla geopolitica. Ecco che cosa ha detto nel suo ultimo video avente oggetto l'attacco dell'Iran ad Israele:

"Chi è che non ha mai sentito questo termine Biscottone, soprattutto nel calcio, che capirai, noi italiani tifosi in ogni settore della vita, sono sicura che lo sapete tutti che cos'è un biscottone, Ma non credo nel senso che si son messi d'accordo, diciamo più nel senso che hanno fatto una cosa che alla fine torna comodo a tutti. Diciamola ancora meglio: un'azione che comporta rischio minimo per tutti ma grande vantaggio per tutti. E la notizia la sapete tutti, 'It's raining drones'. Drones molto telefonates, che da quando sono stati lanciati a quando sono arrivati, uno faceva in tempo a vere tutta la trilogia del Signore degli Anelli".

"Versione estesa, insomma, non proprio un attacco a sorpresa e in frenata, tant'è che Israele, sostiene fonte Al Jazeera, di aver neutralizzato il 99% degli attacchi grazie alla sua difesa aerea, con l'aiuto francese e anglo americano. Daniel Hagari, portavoce delle forze armate di Israele, ha confermato danni alla base militare di Nevarim, nel sud di Israele, con lievi danni alle infrastrutture, mentre le forze iraniane sostengono di aver ottenuto un grande successo, di aver portato a termine l'operazione. Promessa sincera che riguardava proprio il colpire quella base militare. E i danni dovevano essere per forza lievi, altrimenti che biscottone sarebbe? Certo, l'attacco è stato sensazionale, nel senso, visivamente parlando, molto d'impatto. I droni che volano sulla Spianata delle moschee, la quantità dei droni, si valuta circa 400. Il fatto che Israele non subiva un attacco simile almeno dalla guerra dello Yom Kippur e che tra l'altro con l'Iran non ci sia mai stato niente di simile, perché si sono sempre combattuti in maniera asimmetrica".

"Ma appare evidente che più che un'azione efficacemente bellica è stata un'azione efficacemente politica. l'Iran, chiaramente, con questo attacco reagisce a quella violazione del diritto internazionale che era stato l'attacco all'ambasciata iraniana di Damasco, Per intenderci quell'attacco per cui nessuno aveva battuto ciglio e nemmeno a livello di condanne digitali su Twitter, cosa che alla politica piace tanto fare, manco quelle c'erano state pensate. Infatti l'Iran afferma che questa sia stata proprio la risposta agli attacchi all'ambasciata del 1º aprile e quindi si è appellato all'articolo 51 della Carta dell'ONU che prevede il diritto all'autodifesa e hanno comunicato che per loro l'operazione può considerarsi conclusa, nel senso che non hanno intenzione di andare avanti, così come afferma su X Amira Abdallah Yan, il ministro degli Affari esteri iraniano. E in effetti un'operazione che non infligge danni importanti non si può leggere in nessun altro modo se non in una chiave politica".

"Fondamentale è stato per l'Iran non tenersi l'offesa e compiere questo attacco come atto dovuto. Soprattutto perché quando ti presenti davanti alle telecamere e promettendo fuoco e fiamme e vendette contro Israele e poi le devi mantenere, perché se non le fai, alla prossima volta che succede, non ti prende più sul serio nessuno, ti fanno fischi e pernacchie, il gesto del loser, quindi era fondamentale mantenere la parola data e per gli iraniani è sufficiente anche solo aver dimostrato di poterla raggiungere Israele. Per capirci, dimostrare che anche un Dio può sanguinare e quindi in Iran tutti contenti e soddisfatti. Questo attacco assomiglia anche a un'iniezione di credibilità. Un po come quando uno si dopa, E pure per Bibi Netanyahu. I biscottoni sono reciproca utilità. E questo è un biscottone one, soprattutto per Bibi, che non solo è tornato ad essere magicamente l'aggredito della storia di sei mesi di massacri compiuti a Gaza abbonati, massacri che gli hanno valso perfino la non escludibilità dalle accuse di genocidio. Tutto quello che ha combinato in sei mesi cancellato con un colpo di spugna. E mica solo questo eh. Questo attacco è stato il grande show di Bibi per mostrare al mondo la potenza della difesa di Israele, ma anche per compattare il popolo intorno a quella falsa idea dell'Israele piccola attaccata da tutti".

"Un Israele che ha un bisogno estremo della difesa. Se Bibi Netanyahu, con tutti i suoi difetti, questa difesa la garantisce e allora vuol dire che l'uomo giusto era un cadavere politico che camminava. Invece alla fine ne è uscito quasi più credibile di prima. Pensa te. Ma ancora non è mica solo questo. Si è presentato anche ogni presupposto utile per quella solita retorica che tanto ci piace della guerra dei frame. E la stampa occidentale non ci ha perso 1 minuto di tempo per ricominciare a parlare solo dei frame. C'era il 7 ottobre e adesso c'è anche il 14 aprile. Tutto quello che intercorre tra queste due date che riguarda le colpe di Israele, non esistono più. Bellissimo, no? Biscottone e per gli Stati Uniti è un po' meno biscottone, più biscottino, ma biscotto uguale".

"Perché è vero che Biden adesso deve fare i conti con un Netanyahu che al gabinetto di guerra invoca violente reazioni e che queste violente reazioni a lui in questo momento non gli convengono proprio, pure perché c'ha le presidenziali che gli bussano alla porta. È anche vero che forse Netanyahu utilizza questo metodo del disinteressarsi da qualunque tirata di orecchie gli fa Biden perché vorrebbe in qualche modo avvantaggiare Trump. Molto più nelle corde di Netanyahu come leader degli Stati Uniti, uno di quelli che in questa faida mediorientale a Netanyahu potrebbe accompagnarlo tenendolo per mano. Ma c'è un ma. Alla fine una sua utilità ce l'ha pure per Biden. È altrettanto vero che se il Medio Oriente preme e preoccupa, allora mi sa che non ci sarà più tempo per impegnarsi sull'altro fronte, quello ucraino. Mi sa che tutti gli sforzi andranno concentrati proprio in Medio Oriente. E quale miglior modo di disimpegnarsi dal fronte ucraino senza dare troppo nell'occhio dopo aver detto e fatto tanto? Quale miglior modo di disimpegnarsi? Perché ci sono purtroppo altre urgenze".

"Insomma, a prendersela in quel posto saranno comunque gli ucraini, il cui abbandono è sì lento e progressivo, ma costante come sempre. Vabbè. I palestinesi di Gaza a quei poveri cristi non se l'è mai filati veramente nessuno. Le atrocità subite a Gaza spariscono di nuovo di colpo. 32.000 vittime, come se non fosse niente, perché quelli nel loro destino c'hanno scritto in fronte che dovranno essere per sempre un popolo jolly. Un popolo che deve rimanere buttato lì perché torna utile ai giochi politici di tutti. Adesso che cosa aspettarci? Riusciranno gli Stati Uniti a fermare l'ira di Netanyahu? Visti anche i precedenti? Beh, probabilmente no. Ma altrettanto probabilmente la reazione di Netanyahu sarà sì contro l'Iran, ma non direttamente sull'Iran. Al centro del mirino sembrano esserci molto di più Libano e Siria. In realtà, se l'obiettivo di Bibi è quello di prolungare il più possibile questa guerra che gli serve tanto per tenere il suo culo incollato a quella poltrona, gli tornerà più utile mettere nel mirino gli Hezbollah. Alla fine quelli sono amici degli iraniani e quindi a Israele se colpiscono loro, va bene comunque. Agli iraniani, se Israele li colpisce è vero, sì che sono amici loro, ma alla fine mica sono loro. E quindi diciamo che gli potrebbe andar bene comunque. Perciò tutto sommato biscottone".

"Nel frattempo però attenzione è che c'è il raduno del G7 che poi ma dove stanno questi sette, uno al massimo, perché lì a comandare ce n'è solo uno, gli altri sono sei fantocci di fieno messi così lì davanti, fanno finta di discutere, discutere, discutere e poter decidere cose in cui non hanno il minimo potere decisionale. Tutto un tripudio di condanne retoriche che faremo, diremo, ma una misura concreta non si capisce mai quale sia. Si incontrano, tergiversano e aspettano che gli dicano che cosa devono fare. Ma d'altronde sono pagati per fare questo circo, perciò facciamoglielo fare. E sono tutti preoccupati per l'escalation. Oddio, l'escalation. E come siamo preoccupati per l'escalation. Sono talmente tanto preoccupati che infatti in Ucraina mandano armi per de-escalationare, ma è sempre perché sono preoccupati dell'escalation inviano navi nel Mar Rosso in mezzo a una polveriera che dai e dai e dai e dai e prima o poi esplode. Insomma in questi biscottone fatti a suon di 'ti faccio vedere i droni, io ti faccio vedere la mia difesa aerea' è tutto un mostrare missili come estensioni di virilità. L'unica dote che manca ormai da sempre è quella diplomatica, oltre che l'assenza totale di ogni minimo interesse per le vite umane che per quelle più che un biscottone è un vero e proprio cetriolo".

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