05 Novembre 2023
Una scena del film con i protagonisti, la Binoche e Magimel. Fonte: Festa del cinema di Roma
"LA PASSION DE DODIN BOUFFANT", il film
Sia nel 1885 in un paesino francese. Eugénie è una cuoca un pò avanti con gli anni ma sempre molto bella e affascinante, proprio come la sua ottima interprete. Da vent’anni la donna lavora per lo chef Dodin, assai celebre nel suo mestiere e grande ospite di personaggi altrettanto appassionati di cucina. Dalla stima prpofessionale fra chef e cuoca nel tempo è sorto un sentimento di natura diversa e intuibile: i due si amano profondamente, in silenzio, almeno lei, perché lui le chiede di continuo di sposarlo, ottenendo un bel "no" per tutta risposta. Eugénie ama la sua libertà, perciò rifiuta, ma Dodin, farà qualcosa di speciale, speciale il loro modo di intendersi reciprocamente, che potrebbe convincerla: cucinare per lei, quando a lei viene diagnosticato un male non ben interpretato ed è costretta a un periodo di riposo. Riuscirà a persuaderla, la sposerà?
Il regista, Tràn Anh Hùng, ha un amore per la Francia, fra la campagna, i colori, la cucina e gli usi e costumi di fine ottocento, che trapela da qualunque attimo del film e, per scriverlo, si è ispirato a "La Vie et la Passion de Dodin-Bouffant", sul gastronomo Brillat-Savarin. Hùng è statp premiato all'ultimo Cannes per la migliore regia.
RECENSIONE
Il film inonda i suoi spettatori di profumi e sensazioni culinarie, che pare proprio di sentire e godere fin dapprincipio, con pietanze succulenti, ingredienti di due secoli fa, sani e inizialmente vivi(!), prestigiose tovaglie e apparecchiatura delle tavole, nonché enormi cucine, frutto di un lavoro straordinariamente accurato fino all'ultimo utensile dello scenografo e di un eventuale trova-robe, con un senso di grandeur nel mondo dei cuochi sito in quella dimora di classe, in uno splendido contesto, anche, agricolo, nella Francia di un periodo storico e socio-culturale ormai lontanissimo. Debbono piacere molto, tuttavia, le abbondanti salse con cui, notoriamente, i nostri vicini francofoni condiscono, in pratica, ogni loro pietanza perché sia davvero pronta alla presentazione e all'assaggio, altrimenti si rischia un effetto un pò nauseabondo già da metà film, poiché quell'essere in mezzo a immagini di cibi cotti magnificamente e serviti a ospiti illustri, come pure a chi nelle cucine ci lavora e mangia, perdura per tutti i 145 minuti di montato. Ed è qui che arriva un pò di critica, ossia sarebbe bastato ridurre i tempi del film o le pietanze, poiché, a meno che si sia cuochi appassionati o grandi intenditori di cibarie soprattutto francesi, la tensione positiva del film crolla, lasciando spazio a un pò di rilassamento non proprio di un attento spettatore ed è un peccato dato il lavoro nel dettaglio eseguito per una perfetta mise-en-scène. In breve, la storia, intesa come susseguirsi di eventi, ritmo, inizio e fine con un apice nel mezzo, non è al livello della splendida costruzione, impegnata e raffinata, del film. C'è un amore sottostante tutto, c'è fra i due protagonisti, lui padrone di casa sempre ai fornelli e lei cuoca sopraffina che vive ed è felice solo nel mondo dell cucina, ma è silenziosa fino ad alcune parole poetiche sul finale. Tra Eugénie e lo chef Dodin c'è un gioco, un gioco vitale, ossia lui chiede a lei di sposarlo e lei regolarmente gli risponde di no, ma lo ama profondamente. Il regista avrebbe detto che è proprio la resistenza di lei a rendere tanto speciale la loro relazione, che di fatto esiste. Il misterioso atteggimento di Eugénie, poco disponibile, ma sempre presente, arriva a Dodin come un mistero che lo attrae anche di più. Voti necessariamente disgiunti: 8 alla messa in scena, 6 allo svolgimento della storia, al ritmo.
Il film "La passion de Dodin Bouffant", presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma lo scorso 21 ottobre, anche per il pubblico, è nelle nostre sale dal prossimo 8 novembre.
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