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Italian Energy Summit 2022: la sfida dell'Italia per la diversificazione energetica

Da Piazza Affari grandi ospiti del panorama pubblico e privato affrontano i temi della crisi energetica, della transizione ecologica e del ruolo di imprese e istituzioni in un contesto definito "da guerra fredda". Al via l'Italian Energy Summit del Sole24Ore

28 Settembre 2022

Italian Energy Summit 2022: la sfida dell'Italia per la diversificazione energetica

fonte: ilgiornaleditalia.it

Oggi più che mai attuale il dibattito all’Energy Summit 2022 del Sole24Ore, che ha preso il via questa mattina presso la sede di Borsa Italiana a Milano, prende forma sulle grandi problematiche energetiche che minacciano il sistema paese. Il conflitto russo-ucraino e il vertiginoso aumento dei prezzi dell’energia determina l’impossibilità di una vera ripartenza dell’economia italiana ed europea in seguito alla pandemia.

I big dell’energy dibatteranno sulle direttrici del cambiamento della strategia energetica delle imprese, soprattutto in relazione alle opportunità che il PNRR metterà sul tavolo. E ancora, il ruolo delle istituzioni e delle imprese nella transizione ecologica in un contesto a rischio “guerra fredda”.

I lavori, aperti dal Direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, prenderanno le mosse da un’analisi sulle prossime sfide riguardo risparmio energetico e sostenibilità, condotta da Stefano Besseghini, Presidente di ARERA, e da un focus a cura di Francesco Gagliardi, Partner KPMG Head of Energy, sui trend del mercato dell'energia tra tensioni geopolitiche, nuovi fabbisogni della domanda e transizione green.

A seguire, una serie di interviste ai top player ed ai maggiori rappresentanti del comparto energetico aiuteranno a tracciare un quadro delle strategie adottate per la transizione energetica: interverranno Francesco Starace, CEO ENEL, Claudio Descalzi, CEO ENI, Stefano Venier, CEO Snam, Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato Terna, Valerio Battista, CEO Prysmian Group, Paolo Merli, Amministratore Delegato ERG, Paolo Gallo, CEO Italgas, Renato Mazzoncini, CEO A2A, Luca Dal Fabbro, Presidente Iren, Nicola Monti, CEO Edison, Fabrizio Di Amato, Presidente Maire Tecnimont, Giuseppe Marino, Amministratore Delegato Ansaldo Energia, Luca Schieppati, Managing Director TAP, Monica Iacono, CEO ENGIE Italia, Frank Meyer, CEO E.ON, Andrea Ripa di Meana, Amministratore Unico GSE, Bernardo Ricci Armani, Country Manager & VP Wind and Solar Italy Statkraft, Erminio Polito, Direttore mercato Energy & Utilities Minsait Italia, Claudio Levorato, Presidente Rekeep, Stefania Covatta, Senior Director Solution Consulting EMEA Genesys.

La prima giornata di lavori dell’Italia Energy Summit si concluderà con due focus: il primo, dedicato al tema “Transizione energetica e sostenibilità: il rischio guerra fredda”, vedrà confrontarsi Marco Buti, Capo di Gabinetto del Commissario europeo per l’Economia, Massimo Nicolazzi, Senior Advisor Programma Sicurezza energetica ISPI, e Valeria Termini, Ordinario di economia a Roma3, Membro dell'UN High Level Dialogue on Energy 2021-COP 26. Il secondo sarà centrato sul ruolo delle istituzioni nella rivoluzione verde: a discuterne sarà Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione della Regione Emilia-Romagna.

La seconda giornata del Summit si concentrerà sulle nuove frontiere del mercato dell’energia: gli impatti sull’industria europea e italiana su transizione energetica e crisi del gas, i modelli virtuosi di produzione e consumo da fonti di energia rinnovabili e gli impatti della rivoluzione green sul sistema della mobilità.

Su questi temi si confronteranno Alessandro Bernini, Amministratore Delegato Maire Tecnimont, Dino Brancale, CEO AVL Italy, Giulio Cassai, Italy Solar Director Statkraft, Francesco Della Fornace, PPP Energy Proposal Specialist Reekep, Pier Lorenzo Dell’Orco, Amministratore delegato Italgas Reti, Antonio Di Cosimo, Presidente EBS, Fabio Dubini, Executive Vice President per la gestione e ottimizzazione del portafoglio Gas & Power Edison, Piero Ercoli, Svp Decarbonization Projects Snam Daniela Gentile, Amministratore delegato Ansaldo GreenTech, Giorgio Graditi, Direttore del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili ENEA, Roberto Pasqua, General Director EDPR Italy, Erminio Polito, Direttore mercato Energy & Utilities Minsait Italia, Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato Enel X Way.

I lavori dell’Italian Energy Summit si chiuderanno con l’intervento del Direttore della Divisione Energia di ARERA Massimo Ricci.

Starace, Enel: "Perdite Nord Stream episodio molto preoccupante. Fondamentale tetto temporaneo a volatilità Ttf"

VIDEO-Starace, Enel: "Perdite Nord Stream episodio molto preoccupante. Fondamentale tetto temporaneo a volatilità Ttf"

"Credo che mettere un cap temporaneo alla volatilità dell'indice Ttf sia fondamentale per ricondurre alla normalità il prezzo di questa sostanza che in questo momento è sconnesso dal suo valore oggettivo. Mi auguro che in Europa si arrivi a questa definizione", così Francesco Starace, AD Enel.

I danni provocati ai gasdotti Nord Stream sono un episodio molto preoccupante. Un episodio che dimostra quanto la vicenda appartenga a un fenomeno non più industriale, ma ad altre cose, a un uso strumentale dei meccanismi di mercato, non più utilizzati per bilanciare domanda e offerta ma per cose che seguono una logica completamente diversa rispetto al portare gas in Europa", ha spiegato Starace.

Claudio Descalzi, Eni: “Con rigassificatori indipendenti dalla Russia entro il 2025”

VIDEO-Claudio Descalzi, Eni: “Con rigassificatori indipendenti dalla Russia entro il 2025”

"L’Algeria ha più che raddoppiato il suo contributo di gas naturale venduto all’Italia e nei prossimi anni e rimpiazzerà gran parte del gas russo. Eni lavora anche con Paesi produttori come Egitto Qatar, Nigeria, Angola, Indonesia, Congo e Mozambico, che devono portare un contributo che ci porterà nel giro di due anni e mezzo, nell’inverno 2024-25 a esser completamente indipendenti dalla Russia. Lo ha detto Claudio Descalzi, AD dell’Eni, in una video intervista all’Italian Energy Summit. Ma per questo, servono rigassificatori. Quelli italiani prima della crisi erano occupati sotto il 50 %, ma "ora sono completamente pieni". 

 

“Dovremmo avere gas addizionale per 9,7-10 miliardi di metri cubi, di cui 2,4 miliardi vengono dal gas naturale liquefatto, che però sono accomodabili nei rigassificatori esistenti. Poi nell’inverno 2023-24 le forniture addizionali ammonteranno a 17,6 miliardi e 7 miliardi di metri cubi saranno di gas liquefatto che dovranno trovare posizionamento in nuovi rigassificatori. Nell’inverno 2024-25 si passerà a forniture addizionali per 22 miliardi e bisognerà rigassificare 9,2 miliardi di metri cubi di gas.

La diversificazione deve essere non solo geografica ma anche delle infrastrutture, ma serve anche una ridondanza delle infrastrutture e delle sorgenti, che serve a contenere il prezzo del gas. Ma oltre alle infrastrutture bisogna snellire gli aspetti amministrativi e burocratici. Il sistema infrastrutturale non nasce come un fungo da solo, ma tutto deve essere pianificato per avere quantità in eccesso, che non fanno altro che tenere basso il prezzo. 

La diversificazione è impellente e per questo bisogna puntare sulle energie rinnovabili, sia l’eolico che il solare, che devono essere fatte, ma ora serve assolutamente gas a buon prezzo. E per questo serve una ridondanza delle infrastrutture e delle sorgenti.  

La crisi non rischia di mettere in pericolo gli obiettivi di decarbonizzazione di Eni. Non c’è nessun pericolo. Proprio perché c’è una mancanza di gas stiamo accelerando su tutte le tematiche che sono alternative al gas, come le raffinerie, la circolarità, che vuol dire utilizzare meno idrocarburi, quindi sia nei polimeri, nella chimica, nella trasformazione, in cui abbiamo già la tecnologia. Questo deve essere accelerato perché ci libera da una risorsa di cui facciamo fatica ad approvvigionarci e che costa molto cara", ha spiegato.

Luca Dal Fabbro, Iren: "Nord Stream, incidente ambientale drammatico. Europa, necessario parlare di Mediterranean Gas Hub"

VIDEO-Luca Dal Fabbro, Iren: "Nord Stream, incidente ambientale drammatico. Europa, necessario parlare di Mediterranean Gas Hub"

Il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro ha parlato a Il Giornale d'Italia del probabile attacco al Nord Stream: "Interrompere i flussi, evento che trasforma la mappa del sourcing del gas dall'est all'ovest,  che rende a questo punto ancora più strategica la direttrice sud-nord, quindi rende l'Italia ancora più pivotale nella strategia di approvvigionamento europea.

Siamo connessi tramite il Trasmed con l'Algeria, il Greenstream con la Libia e abbiamo poi la connessione tramite rigassificatori e poi abbiamo la connessione tramite il tap dall'Azerbaigian, quindi ancora da est a ovest. Osservo due cose, la prima è che queste emissioni di metano nell'atmosfera causate dagli incidenti ai Nord Stream 1 e 2 hanno un grosso effetto ambientale, basta pensare che una molecola di metano causa 48 volte più danni all'atmosfera dal punto di vista del riscaldamento globale rispetto ad una molecola di anidride carbonica.

E' un incidente ambientale immenso e drammatico, spero si riesca a tappare le falle quanto prima anche se non è semplice, ma indubbiamente questo riporta sull'agenda europea un'importanza strategica dell'Italia e del ruolo che l'Italia ha. Credo sia venuto il momento di parlare di Mediterranean Gas Hub anche alla luce di quanto sta avvenendo e alla luce del fatto che le direttrici sud nord di approvvigionamento cominciano ad essere molto importanti alla luce di questi incidenti. Credo sia arrivato il momento di inserire nell'agenda europea non solo il tetto del prezzo del gas ma anche la creazione di un hub mediterraneo in coordinamento con il ttf di Amsterdam. C'è un vecchio latino che recita cui prodest, lascio a voi ragionare a chi conviene". 

Sul progetto a Genova di Iren, Dal Fabbro: "Con tutta questa crisi ci stiamo dimenticando due cose importanti: i giovani e la ricerca. Iren sta con i piedi per terra, crede nella sostenibilità, credo che una delle soluzioni a questa crisi sia la sostenibilità ed è per questo che abbiamo lanciato questo nuovo progetto importante, il primo dicembre raccoglieremo intorno a questo convegno ricercatori, molti giovani che presenteranno le loro tesi migliori sulle tematiche ESG ma non solo e premieremo i migliori. Dobbiamo pensare al futuro con visione strategica ed equilibrata, non è il momento di decisione fulminee, ma è il momento di decisioni serie, veloci e potenti", conclude.

Stefano Donnarumma, Terna: "Autosufficienza energetica, servono massicci investimenti in rinnovabili e accumuli. Basta tergiversare"

VIDEO - Stefano Donnarumma, Terna: "Autosufficienza energetica, servono massicci investimenti in rinnovabili e accumuli. Basta tergiversare"

Stefano Antonio Donnarumma, Amministratore Delegato di Terna, ha detto a Il Giornale d'Italia:

"Le attività nel breve termine sono quelle già in corso, sia a livello governativo che con le aziende di approvvigionamento e stoccaggio del gas. Infatti, hanno parlato qui sia Eni che Snam. Ci tengo a sottolineare che saranno importanti i comportamenti adeguati nei prossimi mesi, per limitare il consumo e di conseguenza, la domanda. È una cosa che sta già avvenendo, abbiamo un calo che arriva quasi al 3% a livello nazionale. Per un’alternativa al gas russo sono in atto una serie di azioni che soprattutto Eni sta mettendo in campo. Credo che le soluzioni stiano arrivando gradualmente, salvo la criticità di quest’inverno. Con il livello di stoccaggio, che è stato raggiunto, dovrebbe essere superabile con qualche difficoltà e dal prossimo inverno dovremmo avere già delle alternative più che sufficienti".

Durante l’Italian Energy Summit in corso a Milano, l'AD e DG di Terna aggiunge: “Se vogliamo veramente fare un passo in avanti e dare una risposta concreta alle problematiche del caro energia e della sicurezza energetica, cercando di renderci indipendenti dal gas, serve un massiccio programma di investimenti in rinnovabili e accumuli: non possiamo tergiversare ulteriormente”. 

Donnarumma osserva che Terna da tempo evidenzia la necessità di promuovere lo sviluppo di capacità di accumulo di grande taglia, fondamentale per accumulare grandi volumi di energia nelle ore centrali della giornata, quando la produzione del fotovoltaico è strutturalmente sovrabbondante, per restituirla soprattutto nelle ore serali e notturne. “Coerentemente con il suo ruolo di regista del sistema elettrico nazionale, oltre a investire 18 miliardi di euro nei prossimi dieci anni per sviluppare la rete e abilitare le fonti rinnovabili. Per realizzare gli accumuli previsti dal PNIEC al 2030 si può stimare un investimento complessivo necessario pari a circa 15 miliardi di euro che porterà un duplice beneficio: da un lato avrà un impatto positivo sul PIL pari a oltre 40 miliardi di euro; dall’altro, grazie agli accumuli, sarà possibile immettere in rete circa 16 terawattora all’anno di energia rinnovabile che altrimenti sarebbe “tagliata” e sostituita da produzione a gas, con un costo addizionale di oltre 2 miliardi di euro all’anno. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, gli investimenti in questo comparto sono stati insufficienti” conclude l'AD. 

Le Rinnovabili e gli accumuli consentiranno un’importante riduzione della bolletta, afferma Donnarumma: “Se già oggi il prezzo dell’energia elettrica fosse dipendente solo dal costo industriale delle fonti rinnovabili e non – come oggi accade – ancorato al costo della produzione a gas, il prezzo di riferimento della componente energia della bolletta dell’ultimo trimestre sarebbe inferiore di quasi il 90%”. 

Paolo Merli, ERG: "Gas russo, chi pensa che le società energetiche si stiano arricchendo sbaglia i conti"

VIDEO - Paolo Merli, ERG: "Gas russo, chi pensa che le società energetiche si stiano arricchendo sbaglia i conti"

Paolo Merli, Amministratore Delegato ERG, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Tutti gli operatori oggi hanno evidenziato l’unicità e la gravità di questa crisi, che effettivamente è unica nel panorama mondiale, ma soprattutto europeo. Il tema di ieri è la conferma di un uso strumentale, come arma, del del gas naturale.

Negli ultimi sei mesi vediamo dei movimenti sui mercati che non avevo mai visto, anche ieri il prezzo del gas è salito del 20%, oggi credo salga ancora del 10%. Una volatilità che sta creando notevolissime problematiche. Chi pensa che da questa situazione società, rinnovabili o le utility si stanno arricchendo, hanno sbagliato i conti. Le società serie del settore tendono a coprirsi anni prima dal rischio prezzo e quindi oggi stanno subendo solo gli effetti negativi finanziari, perché quelle coperture oggi richiedono assorbimento di cassa, come è stato ben sottolineato dai grandi operatori. 

La speculazione, al contrario, vende le produzioni con 2 o 3 anni di anticipo, utilizzando le piattaforme nei mercati futures, perché sono idonee per poter fare questo tipo di operazione. Chi ha speculato, che non è illegittimo, sono evidentemente dei trailer o degli operatori finanziari, che hanno sottoscritto dei contratti di vendita a termine a prezzi più bassi rispetto rispetto a quelli che vengono espressi dal mercato giornaliero, con gli operatori e anche con noi.

Sulle rinnovabili,  non stiamo vedendo ancora l’accelerazione per realizzare questo obiettivo. In Italia c'è la disponibilità, l'hanno confermato tutti gli operatori, per installare 80 gwh da qui al 2030.  Vuol dire un ritmo di 10 gwh all’anno, circa 10 volte la velocità di installazione degli ultimi anni. Si può fare, l’abbiamo dimostrato in Italia nel 2010 con il conto Energia. Si tratta di velocizzare i processi di permitting e di trovare i meccanismi di remunerazione adeguati per questi investimenti, perché quelli che ci sono oggi, non lo sono più. 

Una lentezza amministrativa davvero significativa, gli ultimi parchi ceduti alle aste avevano un regime tariffario stabilito da un decreto ministeriale del 2019: come può essere aggiornato. Si parla di 60 euro, ma i  prezzi sul mercato sono 10 volte tanto. A livello europeo, la commissione ha stabilito che 180 è un cap di prezzo per l'energia rinnovabili, riteniamo che questo sia più adeguato per facilitare e accompagnare gli investimenti nelle rinnovabili".

Nicola Monti, Edison: "Gas, fondamentale contenere i prezzi. Necessari rigassificatori"


VIDEO-Nicola Monti, Edison: "Gas, fondamentale contenere i prezzi. Necessari rigassificatori"

Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison, in occasione dell’Italian Energy Summit 2022, a Il Giornale d’Italia: “La sfida è quella di continuare ad assicurare dei volumi di energia disponibile sul mercato e cercare di contenere i prezzi. Per contenere i prezzi ci sono due opzioni che sono attualmente sul tavolo europeo: una è quella del disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica prodotto da fonti rinnovabili rispetto a quello prodotto dalle fonti gas, che è in parte un provvedimento che il governo con il DL sostegni ha già indirizzato, l’altro provvedimento è quello di mettere un cap europeo sul prezzo del gas, deve essere un cap evidentemente concordato a livello europeo perché si tratta di un mercato interconnesso e non possiamo ragionare in modo isolato e deve anche prevedere di garantire l’adeguata liquidità al mercato, garantire anche il flusso di gas ad un flusso superiore qualora fosse necessario per chiudere la domanda, quindi per esempio accoppiato ad un meccanismo di contratto per differenza che permetta comunque di acquistare il GNL a prezzi superiori se necessario socializzando poi il differenziale. Non credo sia una manovra facile da concordare a livello europeo perché poi ogni paese è esposto in maniera più o meno forte alla fornitura di gas russo e quindi trovare una quadra richiederà probabilmente più tempo.

La Germania è il paese europeo più esposto alle forniture di gas russo, quindi credo che da questo punto di vista tema di più che l’inserimento di un cap possa determinare come effetto l’interruzione totale dei flussi di gas russo che seppur minimi in questo momento sono necessari per mantenere la fornitura adeguata e passare un inverno senza problemi.

In Italia abbiamo una ritrosia storica su tutte le infrastrutture, non solo quelle energetiche ma anche autostradali, dobbiamo spogliarci da questo atteggiamento. Abbiamo bisogno di nuovi rigassificatori. Noi qualche anno fa abbiamo contrattualizzato una fornitura di gas americano che arriverà a partire dalla metà dell’anno prossimo ed è un gas che oggi non riusciremmo a portare in Italia ammenoché non ci sia l’installazione di un nuovo terminale, saremmo dunque costretti a far arrivare questo GNL su qualche altro mercato internazionale. Abbiamo bisogno di avere più fonti di accesso al mercato, credo che l’installazione di galleggianti sia dal punto di vista ambientale di poco impatto e che ci debba essere un intervento forte per accelerare e rendere disponibili queste navi per poter essere utilizzate nel prossimo inverno”, conclude.

Fabrizio Di Amato, Maire Tecnimont: "Energia, lavorare su un piano emergenziale. Nucleare potrebbe essere un'opzione nel lungo termine"

VIDEO-Fabrizio Di Amato, Maire Tecnimont: "Energia, lavorare su un piano emergenziale. Nucleare potrebbe essere un'opzione nel lungo termine"

Fabrizio Di Amato, Presidente Maire Tecnimont, in occasione dell’Italian Energy Summit 2022, a Il Giornale d’Italia: “Le sfide nel breve termine sono molteplici. In primis bisogna intervenire in emergenza, rafforzare tutte le fonti di approvvigionamento che abbiamo. Questa è la nostra unica possibilità nel breve. Poi bisogna lavorare immediatamente su un piano di medio e lungo termine perché queste crisi, questi problemi, possono nascere se non pianifichiamo e se non abbiamo una ridondanza. Sulle fonti di approvvigionamento abbiamo la necessità di essere ridondanti, quello che è successo e che sta succedendo nella crisi ucraina russia può succedere anche in altri posti e dobbiamo essere pronti a questo. Ci vuole una politica di lungo periodo indipendentemente dai governi che possono durare meno. Poi sulla transizione energetica abbiamo una grande occasione, solo sul gas potremmo produrre, ovviamente nel medio periodo non nel brevissimo, attraverso il recupero dei rifiuti indifferenziati che oggi cubano in Italia circa 16 mln di tonnellate, gas sintetico che stando ai nostri studi andrebbe a coprire il fabbisogno di gas nazionale di circa il 60% delle imprese italiane. Questa sarebbe una grossa mano all’indipendenza.

Penso che bisognerebbe lavorare molto di più sulla comunicazione, spiegare alle comunità quali sono i problemi e quali sono le soluzioni. Dobbiamo entrare in un’ottica che delle opere sono di interesse nazionale e di conseguenze sono emergenza nazionale e debbono essere fatte. Bisogna lavorare di più nelle comunità dove questi impianti devono essere realizzati, spiegare bene loro quali sono i pro e i contro e quali sono le conseguenze a cui andiamo incontro. Io credo che attraverso questo si possa fare qualcosa.

Oggi abbiamo un’opportunità con i fondi del PNRR, solo per l’energia abbiamo oltre 57 mld, se immaginiamo di utilizzare questi più capitali privati e debito che si fa normalmente in questi impianti potremmo moltiplicare per sei questi numeri. E’ evidente che l’ultima questione riguarda i temi autorizzativi. Queste sono le cose di cui abbiamo bisogno e che vanno fatte sfruttando le caratteristiche distintive che ha ogni paese, noi non abbiamo il nucleare ma potremmo recuperare i rifiuti, in altri paesi hanno altre materie prime.

Penso che nel lungo periodo si potrebbe pensare anche al nucleare. Oggi ci sono studi e tecnologie di nuova generazione che potrebbero rispondere anche a quelle esigenze climatiche e di impatto ambientale”, conclude.

Venier, Snam: "Puntiamo su biometano e idrogeno e  su cattura e stoccaggio della CO2, che può giocare ruolo importante nei settori hard to abate"

Stefano Venier, CEO Snam, in occasione del suo intervento ha sottolineato: "Sugli stoccaggi a livello di sistema è stato fatto un lavoro egregio. Ormai siamo arrivati a un livello di riempimento del 90%, che ci dà anche la possibilità, aumentando la pressione, di erogare una quota parte di questi stoccaggi con migliori performance. Nella prospettiva della transizione ecologica, occorre far crescere le molecole verdi da affiancare al processo di elettrificazione. In questo senso, Snam sta lavorando sul biometano, dove puntiamo a sviluppare impianti per 100 MW e contribuire all’obiettivo di decuplicare la capacità italiana entro il 2030, sul trasporto dell’idrogeno, dove siamo stati tra i pionieri, e sulla cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, che ritengo possa giocare un ruolo fondamentale per garantire la competitività dei settori industriali, in particolare di quelli hard to abate".

Ripa, Enel X Way: "Mobilità elettrica, potenziamo le infrastrutture ma anche politica deve accelerare"



 VIDEO-Ripa, Enel X Way: "Mobilità elettrica, potenziamo le infrastrutture ma anche politica deve accelerare"

Elisabetta Ripa, AD Enel X Way, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Nel campo della mobilità elettrica le sfide sono sicuramente quelle di accelerare e di portare l'Italia più o meno alla stessa velocità dell'Europa e del resto del mondo. Noi pensiamo che l'innovazione che deriva dall'auto elettrica possa essere un beneficio per il mercato e per questo stiamo intensificando i nostri sforzi, anche nella realizzazione di un'infrastruttura, capillare ma soprattutto performante in Italia.

Già oggi sono 16 mila le nostre infrastrutture di ricarica, i nostri punti di ricarica, stiamo lavorando perché siano anche sempre più veloci e soprattutto con un'esperienza per il cliente semplice e innovativa. Speriamo che si possa accelerare anche sulla politica per la realizzazione di infrastrutture sulle dorsali autostradali, attraverso la gara che ci dovrebbe essere entro la fine dell'anno e che le risorse messe a disposizione dal PNRR possano dare un'ulteriore accelerazione alla dotazione di infrastrutture nel nostro Paese.

"Come sempre per accelerare l'innovazione ci vuole chiarezza del quadro regolatorio e normativo, quindi definire in maniera chiara qual è la politica dell'Italia nei confronti della mobilità elettrica attraverso il sistema di incentivazione, ma soprattutto dare attuazione alle risorse già messe a disposizione che devono essere poi messe a terra". 

Mattana, Edison: "Nostro progetto IGB in Bulgaria permetterà ai Balcani di avere gas diverso da quello russo"

Video-Mattana, Edison: "Sostituire i 150 mld di m2 di gas russo, miriamo a diversificazione e sicurezza degli approvvigionamenti"

Fabrizio Mattana Executive Vice President Gas Asset Edison ha affermato a Il Giornale d’Italia:

"Il progetto riguarda l’interconnessione tra Grecia e Bulgaria, un progetto IGB a cui lavoriamo da molti anni in partnership con DEPA, società Greca del gas, e con Bulgarian Energy Holding. Un progetto relativamente piccolo in termini di dimensioni, sono 180 km di interconnessione ma ha un valore strategico importantissimo perché sarà l’interconnessione che permette alla Bulgaria e quindi ai Balcani di avere gas diverso dal gas russo. Si tratta di un progetto che è stato supportato proprio dall’UE proprio per questa sua strategicità di sicurezza degli approvvigionamenti e arriva oggi con una tempistica importante vista la partenza della stagione invernale.

Lo scenario è cambiato con la guerra, le ultime notizie non possono che creare ulteriore tensione al mercato del gas. Il tema è quella di trovare una corretta sostituzione ai 150 mld di m2 di gas russo che potrebbero venire a mancare e cercare di farlo nel più breve tempo possibile. Molte azioni sono già state messe in campo, si parla tanto di NLG, noi come azienda abbiamo una bassa esposizione al gas russo, solo una quota di 7/8%, però continuiamo a lavorare per la diversificazione da un lato del portafoglio contrattuale sia infrastrutturale.

Il progetto IGB non rappresenta un’interconnessione diretta con l’Europa ma stiamo lavorando da molti anni ad un progetto di valenza strategica per l’Italia e per l’Europa molto elevata che è il progetto EastMed Poseidon che invece potrebbe portare le risorse israeliane e cipriote, quindi del bacino del levantino, direttamente in Italia senza transitare nei paesi europei. E’ un lavoro continuo di diversificazione mirato alla sicurezza degli approvvigionamenti”, conclude.

Dell’Orco, Italgas Reti: "Investiti 2 mld dal 2017 per digitalizzazione reti entro il 2023"

VIDEO-Dell’Orco, Italgas Reti: "Investiti 2 mld dal 2017 per digitalizzazione reti entro il 2023"
 

Pier Lorenzo Dell’Orco, AD di Italgas Reti ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Il distributore di gas può giocare un ruolo strategico nell'economia low-carbon e in quest'ottica ridurre al più presto la dipendenza dell'Italia da fornitori stranieri di gas non affidabili. Può farlo trasformando le reti di distribuzione del gas, che sono state concepite per distribuire solo un tipo di gas (il metano), in nuove reti che sono predisposte per ricevere e distribuire nuovi tipi di gas. È l'UE che ce lo chiede attraverso gli ultimi provvedimenti post guerra russo-ucraina, in particolare il RepowerEU, detta obiettivi molto sfidanti per tutti i Paesi membri in termini di crescita di biometano e di idrogeno, e quindi noi siamo pronti a ricevere quantitative i gas diversi, attraverso un ammodernamento e una digitalizzazione delle reti.

La parola chiave è digitalizzare. Solo attraverso una rete digitalizzata, infrastrutturata con sensori che sono in grado di trasmettere in tempo reale dati e personale adeguatamente skillato per gestire questo tipo di reti del futuro, è possibile ricevere gas diversi, mescolarli e recapitarli al cliente finale rispettando i canoni di sicurezza. Italgas in questo è penso, un pioniere, abbiamo iniziato 5 anni fa, quindi molto prima della crisi che stiamo vivendo. Siamo stati lungimiranti in questo senso e oggi possiamo dire di avere già colto alcuni primati a livello internazionale, proprio sul fronte dell'avanzamento ecologico e della digitalizzazione. Smart meter, lotta alle emissioni fuggitive, controllo a distanza degli impianti. Su tante di queste punti siamo visti come ormai un leader globale. 

"La digitalizzazione è un piano articolato che o si può limitare solo all'intervento sulle reti, m sugli impianti, sul ferro. Noi siamo partiti nel 2017, 5 anni di intensissimo lavoro, un piano di investimenti che a vita intera sviluppa 2 miliardi di euro, per dare un ordine di grandezza, e abbiamo toccato tutte le componenti della nostra organizzazione, software, IT, reti, tubi, impianti, ma anche il personale, perché non si può pensare di utilizzare unpersonale che è abituato a gestire una rete analogica e improvvisarlo su una rete digitale. Quindi trasformazione attraverso corsi di trasformazione, assunzione di nuove figure dal mercato. Si tratta di un percorso articolato che richiede dei tempi tecnici. Noi siamo partiti nel 2017, confidiamo di completare la digitalizzazione delle nostre reti l'anno prossimo nel 2023. Ecco quindi che chiaramente bisogna correre, per chi non ha ancora iniziato.

In Italia ci sono oltre 200 società di distribuzione del gas ed è inutile che dica che Italgas è assolutamente leader da questo punto di vista. Alcuni ci stanno provando a seguire, altri non hanno nemmeno iniziato. È un percorso ineluttabile e per l'industria della distribuzione del gas è un percorso di scommessa di sopravvivenza: chi non sarà in grado di adeguarsi, non sarà in grado di ricevere nuovi gas, digitalizzando e modernizzando le reti e trasformando la loro organizzazione, inevitabilmente sarà tagliato fuori dal mercato". 

Ercoli, Snam: "Idrogeno, l'Italia è in una posizione strategica ideale: può sfruttare risorse del Sud Italia e del Nord Africa""

VIDEO-Ercoli, Snam: "Idrogeno, l'Italia è in una posizione strategica ideale: può sfruttare risorse del Sud Italia e del Nord Africa"

Piero Ercoli, Svp Decarbonization Projects Snam ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Come Snam noi siamo stati pionieri dell'idrogeno e continuiamo a investire fortemente nell'ottica della decarbonizzazione, a luglio sono diventato responsabile di questa nuova unità che mette insieme sia tutti i progetti sull'idrogeno sia i rigetti sulla carbon capture and sequestration, che fondamentalmente sono le tecnologie che vedono un po' tutti come le tecnologie chiave per decarbonizzare i settori del trasporto pesante, marittimo, aviazione.

Direi che da un punto di vista pratico, noi stiamo lavorando su diversi fronti, quello di rendere le reti pronte al blending, pensiamo che un blending al 5% sia raggiungibile, e questa è anche l'intenzione a livello di UE, che permetterebbe una decarbonizzazione orizzontale, senza cambiare gli asset a casa dei clienti. Dall'altra parte stiamo pensando a un percorso più lungo di repurpose delle nostre pipe line e quindi di riutilizzare quello che abbiamo costruito, per magari dedicare una linea, intorno al 2030 per il trasporto di idrogeno.

L'Italia è in una posizione strategica ideale, anche - e soprattutto - in questo nuove scenario, in cui può sfruttare sia le risorse indigene che si trovano in tutto il Sud Italia e anche le risorse che si trovano in Nord Africa per creare un corridoio, una backbone. Tanto è vero che anche l'Europa ha identificato questa backbone come uno dei corridoi strategici da sviluppare in futuro. Noi stiamo lavorando anche in partnership con ENI per l'acquisizione del gasdotto TTPC TMPC, poi avremo i vari tratti che ci portano ad alimentare il nostro Paese in primis e giocare un ruolo importante anche a livello di Unione Europea".


Litta Modignani, Maire Tecnimont: "Idrogeno vettore dell'economia, ma ostacoli a livello infrastrutturale e regolatorio"

 VIDEO-Litta Modignani, Maire Tecnimont: "Idrogeno vettore dell'economia, ma ostacoli a livello infrastrutturale e regolatorio"

Alberto Litta Modignani, Hydrogen VP di NextChem Gruppo Maire Tecnimont ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"L'idrogeno è per definizione sia un vettore energetico, che una materia prima, che può aiutare, se prodotto da energie rinnovabili, a decarbonizzare una buona parte della nostra industria che si basa fortemente sulle energie fossili o sulle materie prime di provenienza fossile. L'idrogeno è un gas che manipoliamo e gestiamo da decenni senza nessun problema da un punto di vista industriale, la novità oggi è il volerlo utilizzare per un'ampia varietà di utilizzi possibili, sia in ambito industriale sia in ambito mobilità. Le tecnologie sono disponibili, sia per la produzione, sia in molti casi anche per l'utilizzo, i fondi sono ampiamente disponibili, sia a livello europeo, che a livello nazionale, a questo punto la questione sta nei tempi, in maniera da poter accelerare lo sviluppo e la penetrazione dell'idrogeno come vettore energetico e come materia prima decarbonizzata, all'interno di diversi settori industriali.

"Ci sono diversi ostacoli alla velocizzazione di questo processo, stiamo lavorando alla creazione di un'industria completamente nuova e sostanzialmente stiamo facendo un salto quantico per la trasformazione di un intero sistema industriale, sistema energetico, sul quale ci siamo basati negli ultimi settant'anni, probabilmente nell'ultimo secolo. Non è una cosa che si riesce a fare dall'oggi col domani. Ci sono ostacoli a livello infrastrutturale, regolatorio, industriale, anche a livello di competenze e risorse umane; la buona notizia è però che l'intero settore industriale si sta muovendo nella direzione giusta, sono che ormai, per quanto riguarda la transizione energetica, per quanto riguarda nello specifico la penetrazione dell'idrogeno e il ruolo che l'idrogeno potrà giocare in ambito di transizione energetico, ormai ha un'inerzia che non si riuscirà a frenare.

Da un punto di vista di interesse mi rendo conto personalmente che giovani laureati e giovani professionisti sono sempre più interessati a questo tema e quindi sono assolutamente positivo sul fatto che il nostro futuro sarà sempre più verde, sarà sempre più diversificato, e in buona parte potrà fare anche leva sull'idrogeno come elemento importante per una nuova economia". 

Erminio Polito, Minsait Italia: "Realizziamo una rete sempre più smart per supportare il cambiamento della catena di valore"

VIDEO - Erminio Polito, Minsait Italia: "Realizziamo una rete sempre più smart per supportare il cambiamento della catena di valore"

Erminio Polito, Direttore mercato Energy & Utilities Minsait Italia, in occasione dell'Italian Energy Summit, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia

"Oggi ci sono delle forze dirompenti che stanno modificando in maniera significativa il settore, quindi decarbonizzazione, il tema della decentralizzazione delle fonti rinnovabili, un utente che è sempre più attivo, sempre più informato e soprattutto che no è un semplice consumatore, ma che diventa appunto anche un produttore, un prosumer. Quindi un sistema complesso, forze complesse che stanno modificando il settore. La digitalizzazione è sicuramente un elemento che può supportare il cambiamento del settore e soprattutto della catena del valore. 

Dino Brancale, AVL Italy: "Nucleare fondamentale per affrontare la crisi energetica"

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Dino Brancale, CEO AVL Italy, in occasione dell'Italian Energy Summit, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Il nucleare deve avere un suo ruolo a fianco a quello delle rinnovabili. Chiaramente tutta la partita si gioca sulla qualità e sulla quantità delle energie rinnovabili; più in fretta viene implementato il piano di transizione anche quello relativo ai trasporti, più in fretta abbiamo bisogno di energia green, e quindi sicuramente il nucleare deve essere parte del mix energetico di cui abbiamo bisogno per sostenere questa criticità.


 

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