28 Settembre 2022
Fabrizio Di Amato, Presidente Maire Tecnimont, in occasione dell’Italian Energy Summit 2022, a Il Giornale d’Italia: “Le sfide nel breve termine sono molteplici. In primis bisogna intervenire in emergenza, rafforzare tutte le fonti di approvvigionamento che abbiamo. Questa è la nostra unica possibilità nel breve. Poi bisogna lavorare immediatamente su un piano di medio e lungo termine perché queste crisi, questi problemi, possono nascere se non pianifichiamo e se non abbiamo una ridondanza. Sulle fonti di approvvigionamento abbiamo la necessità di essere ridondanti, quello che è successo e che sta succedendo nella crisi ucraina russia può succedere anche in altri posti e dobbiamo essere pronti a questo. Ci vuole una politica di lungo periodo indipendentemente dai governi che possono durare meno. Poi sulla transizione energetica abbiamo una grande occasione, solo sul gas potremmo produrre, ovviamente nel medio periodo non nel brevissimo, attraverso il recupero dei rifiuti indifferenziati che oggi cubano in Italia circa 16 mln di tonnellate, gas sintetico che stando ai nostri studi andrebbe a coprire il fabbisogno di gas nazionale di circa il 60% delle imprese italiane. Questa sarebbe una grossa mano all’indipendenza.
Penso che bisognerebbe lavorare molto di più sulla comunicazione, spiegare alle comunità quali sono i problemi e quali sono le soluzioni. Dobbiamo entrare in un’ottica che delle opere sono di interesse nazionale e di conseguenze sono emergenza nazionale e debbono essere fatte. Bisogna lavorare di più nelle comunità dove questi impianti devono essere realizzati, spiegare bene loro quali sono i pro e i contro e quali sono le conseguenze a cui andiamo incontro. Io credo che attraverso questo si possa fare qualcosa.
Oggi abbiamo un’opportunità con i fondi del PNRR, solo per l’energia abbiamo oltre 57 mld, se immaginiamo di utilizzare questi più capitali privati e debito che si fa normalmente in questi impianti potremmo moltiplicare per sei questi numeri. E’ evidente che l’ultima questione riguarda i temi autorizzativi. Queste sono le cose di cui abbiamo bisogno e che vanno fatte sfruttando le caratteristiche distintive che ha ogni paese, noi non abbiamo il nucleare ma potremmo recuperare i rifiuti, in altri paesi hanno altre materie prime.
Penso che nel lungo periodo si potrebbe pensare anche al nucleare. Oggi ci sono studi e tecnologie di nuova generazione che potrebbero rispondere anche a quelle esigenze climatiche e di impatto ambientale”, conclude.
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