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FORUMAutoMotive compie 10 anni, dibattito sulla mobilità sicura e sostenibile; la sicurezza stradale come priorità urgente

Il Forum è tornato a Milano il 17 e 18 marzo per trattare tematiche che riguardano e preoccupano il settore, dall'e-mobility alle iniziative europee a sostegno della filiera automotive, per parlare della sicurezza stradale attiva e passiva

18 Marzo 2025

FORUMAutoMotive compie 10 anni, dibattito sulla mobilità sicura e sostenibile; la sicurezza stradale come priorità urgente

Il #FORUMAutoMotive, movimento di opinione che si batte per una mobilità libera da pregiudizi e ideologie e basata sul buon senso e la realtà dei fatti, quest’anno festeggia 10 ANNI ed è tornato a Milano, il 17 e 18 marzo, con un doppio appuntamento dedicato ai temi strategici e di più stretta attualità per il settore automotive.

Numerose tavole rotonde istituzionali e talk show hanno avuto luogo per trattare le più svariate tematiche che riguardano e preoccupano il settore, dall'e-mobility, alle iniziative europee a sostegno della filiera automotive, per spaziare al tema della sicurezza stradale, attiva e passiva.

Educare alla sicurezza stradale

Proprio su quest’ultimo punto, sempre più cruciale non solo a livello sociale, ma anche economico, per tutti i Paesi europei, all’interno del dibattito “Educare (bene) alla sicurezza stradale” ha fornito il suo contributo Roberto Impero, esperto internazionale di sicurezza stradale e Ceo di SMA Road Safety, azienda campana che produce ed esporta in oltre 50 Paesi dispositivi salvavita per rendere le infrastrutture stradali più sicure.

Impero ha sottolineato come “la sicurezza stradale debba rimanere una priorità assoluta e richieda interventi urgenti: infrastrutture migliori, maggiore educazione alla guida sicura e un rigoroso controllo delle norme stradali".

L’Italia è indietro rispetto all’Europa: alcuni dati per riflettere Il rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà, nel decennio 2010-2020, ha visto l’Italia destinare circa 98,3 miliardi di euro (0,4% del Pil) per la costruzione e manutenzione delle infrastrutture di trasporto. Cifra lontana dai 227 miliardi spesi dalla Germania (0,7% del Pil), dai 223 della Francia (0,9%) e dai 186 miliardi della Gran Bretagna (0,8%). In merito alla soddisfazione degli utenti delle infrastrutture (trasporto, energia, telecomunicazioni, acqua, ecc.), l’Italia si posiziona agli ultimi posti della classifica OCSE, con solo il 18% di apprezzamento, rispetto alla media generale del 38%.

L’Italia, inoltre, è fanalino di coda in Europa, per il tasso di mortalità stradale: con 52 morti per milione di abitanti, si posiziona al 19esimo posto, lontana dalla media europea di 45 morti per milione, e dalla Svezia, prima in classifica, con 22 morti per milione. Secondo le stime preliminari ISTAT, nel semestre gennaio-giugno 2024 si registra un aumento del numero di incidenti stradali con lesioni a persone (80.057; +0,9%), dei feriti (107.643; +0,5%) e delle vittime entro il trentesimo giorno (1.429; +4,0%), in rapporto allo stesso periodo nel 2023.

Il costo dell'incidentalità stradale, con lesioni alle persone, nel nostro paese, resta molto elevato:nel 2023 ha raggiunto i 18 miliardi di euro; l'1% del PIL nazionale. Cifra che cresce ulteriormente, raggiungendo i 22,3 miliardi di euro, se si considerano anche i costi legati ai sinistri con soli danni alle cose (circa 4,3 miliardi di euro). 

Frammentarietà e infrastrutturale da tutelare

L’Italia è attraversata da quasi 840mila km di strade, la cui cura è affidata a 8.055 proprietari/gestori. Frammentarietà che si concentra maggiormente nei 7.904 Comuni che hanno in gestione la parte più consistente della rete stradale, pari a 668.673 Km, seguiti da 123 enti, tra città metropolitane, regioni e province, che si occupano di 135.691 Km. A questa complessità si aggiungono 2.179 gallerie, 21.072 tra ponti e viadotti e 6.320 cavalcavia (Fonte dati Relazione Ansfisa 2020). Un patrimonio estremamente articolato e spesso datato, che diventa cruciale tutelare, per ragioni di sicurezza, ma anche per garantire efficienza logistica ed economica al sistema Italia: ancora oggi, l’80% delle merci e l’80% dei passeggeri nel nostro paese viaggia su gomma.

La fitta rete di gestori rende complessa la gestione e il monitoraggio delle infrastrutture; non capita di rado che avvengano continui rimbalzi di competenza tra enti, provincia e comune, con conseguenti ritardi nella messa in sicurezza di problemi già noti” denuncia l’esperto.

Infrastrutture troppo spesso trascurate

Nel 2023, 10.316 incidenti hanno riguardato l’urto di veicoli contro ostacoli fissi sulla carreggiata, mentre in 12.736 sinistri si è verificata la fuoriuscita di strada del mezzo” spiega Impero.

Piloni, pali segnaletici, cuspidi stradali e alberi sono esempi di ostacoli fissi che, se non adeguatamente protetti dai dispositivi di sicurezza, possono provocare gravi danni a conducenti e passeggeri, in caso di impatto, anche a 30-40 km/h. Le estremità dei guardrail, inoltre, sono frequentemente prive di appositi terminali, mancanza che le trasforma in potenziali lance in grado di penetrare nell’abitacolo in caso di urto accidentale. La fuoriuscita di strada, invece, interessa quasi il 10% del totale dei sinistri del paese ed è indicativa della mancanza di adeguate barriere laterali, come guardrail o new jersey, preposte a evitare questa fatalità”.

Dispositivi salvavita assenti o datati

Sono molti i dispositivi salvavita installati sulle nostre strade che, seppur a norma, non garantiscono prestazioni sufficienti per i veicoli di nuova generazione. Molte barriere in uso sono state progettate per auto di oltre 30 anni fa, “e non sono adeguate per i volumi delle vetture moderne, pensiamo a SUV e auto elettriche”, prosegue Impero. "Una menzione particolare va alle nostre autostrade, molto virtuose in tema di sicurezza. Non possiamo, purtroppo, dire altrettanto delle strade extraurbane, principali e secondarie, provinciali e comunali, troppo spesso degradate. Le strade urbane, ad altissima incidentalità, sono ancora sprovviste di dispositivi a protezione dei numerosissimi ostacoli fissi”.

Come intervenire concretamente

La sicurezza stradale non efficiente è una piaga, da Nord a Sud, il cui costo è ingiustificabile, “Soprattutto se rapportato alla spesa necessaria per installare i dispositivi salvavita assenti o sostituire quelli datati. L’alibi della mancanza di fondi non è più sostenibile. La sicurezza stradale è una questione etica, ma anche un obbligo di legge, perseguibile come omicidio stradale colposo ai danni del gestore della strada. Da tempo sottolineo la necessità di mappare i punti pericolosi, per metterli in sicurezza. Fortunatamente le strade di nuova concezione vengono progettate con maggiore attenzione a questi temi, ma sono ancora moltissime le tratte obsolete. I dispositivi ADAS, presenti nei veicoli, rappresentano sicuramente un valido supporto alla sicurezza, ma non dimentichiamo che il parco veicolare italiano è vetusto, il 40% ha più di 15 anni, il 60% più di 10. Se vogliamo rispondere alla proposta dell’UE, che mira a ridurre del 50% le vittime e i feriti gravi entro il 2030, la strada è in salita. Il lavoro di Pierluigi Bonora e del FORUMAutoMotive è fondamentale per tenere alta l’attenzione su questo tema e coinvolgere addetti ai lavori, stampa e istituzioni in un confronto necessario”, conclude Roberto Impero, esperto internazionale di sicurezza stradale e Ceo di SMA Road Safety.

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