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Wind Tre, stop alla vendita del 60% delle rete mobile a EQT; Corti e Hanssen: “Andiamo avanti sulla nostra strategia”

Il fondo svedese e Ck Hutchison annunciano lo stop alla cessione della rete e alla realizzazione della newco nella quale sarebbero confluiti gli asset fissi e mobili

14 Febbraio 2024

Wind Tre, stop alla vendita del 60% delle rete mobile a EQT; Corti e Hanssen: “Andiamo avanti sulla nostra strategia”

Wind Tre Logo

Saltato l’accordo WindTre e EQT, che prevedeva la vendita al private equity svedese del 60% della rete mobile dell’operatore di telecomunicazioni, che è la più grande d’Italia.

A darne comunicazione sono lo stesso fondo svedese e Ck Hutchison, la holding che controlla la telco italiana, in due note separate.

L'operazione, annunciata il 12 maggio 2023 per la costituzione di una società della rete per fornire servizi integrati di comunicazioni mobili e fisse all'ingrosso in Italia, e la vendita di una partecipazione del 60% in tale attività a EQT Infrastructure "è stata interrotta a causa del mancato rispetto delle condizioni sospensive per la chiusura entro la data concordata del 12 febbraio", annuncia CK Hutchison, che controlla WindTre.

CK Hutchison però "continuerà a esplorare possibili operazioni infrastrutturali alternative per apportare valore alla società, comprese possibili operazioni infrastrutturali con EQT Infrastructure qualora si presentasse l'opportunità appropriata".

In particolare, le parti non avrebbero trovato la quadra sulla gestione dei precedenti accordi siglati da WindTre per la condivisione del 5G, nel 2019 con Fastweb e, all’inizio del 2023, con iliad.

La trattativa con Fastweb prevede la realizzazione di un’infrastruttura 5G su tutto il territorio nazionale, in grado di coprire il 90% della popolazione entro il 2026.

Come riportato da Bebeez, Fastweb era riuscito a partecipare nel 2018 alle aste per le frequenze aggiudicandosi un piccolo lotto, poi ceduto a WindTre con l’obiettivo di spuntare uno sconto sui servizi di utilizzo della rete di quest’ultima, che è guidata da Gianluca Corti e Benoit Hanssen. La mancata previsione di garanzie da parte di WindTre a favore di Fastweb, nell’accordo con EQT, avrebbe determinato lo stallo delle trattative con il gruppo finanziario svedese, favorendo il fallimento della trattativa.

Il nodo più difficile da sciogliere sarebbe stato, comunque, proprio quello con iliad, con cui poco più di un anno fa WindTre aveva creato la joint venture paritetica Zefiro Net srl con “lo scopo di condividere e gestire congiuntamente le rispettive reti di telefonia mobile nelle aree meno densamente popolate del territorio nazionale, in cui risiede circa il 26,8% della popolazione italiana, per accelerare la diffusione delle reti di telefonia mobile, incluse quelle 5G”.

La nuova società possiede circa settemila ponti radio nelle cosiddette aree bianche e anche questi rientravano nella vendita a EQT. iliad non aveva potere di veto sull’operazione tra WindTre ed Eqt, ma aveva il diritto di vendere la sua metà di Zefiro. L’accordo vincolante siglato con il private equity svedese non contemplava però l’acquisizione di un’ulteriore quota di Zefiro Net, eventualità che, quindi, avrebbe contribuito a far saltare l’operazione.

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